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The undying Hunger: Primo capitolo

di lilith

Mi svegliai. Ero in un luogo strano, una sorta di casupola mal ridotta. Mi faceva male tutto il corpo e vedevo sfocato. Non ricordavo cosa fosse successo prima di ritrovarmi lì; mi girai verso il mio braccio sinistro, che era quello che mi faceva più male e notai che stavo sanguinando e avevo… un morso?
Com’era possibile mi domandai, non ricordavo che un cane mi avesse morso, il che era strano dato che avevo una fantastica memoria.
Mi alzai di scatto aggrappandomi alla mensola penzolante sulla parete: le pareti erano rovinate dalla muffa, il soffitto era sfasciato in alcuni punti e l’unica finestra che c’era era rotta, con tutti i frammenti di vetro per terra e delle goccioline di sangue.
Ero spaventata e confusa, guardai fuori: ero in un bosco.
Uscii fuori dalla casupola, camminando lentamente nel fitto bosco. Era tutto molto calmo, troppo calmo, il che non era mai un buon segno. Nell’aria c’era puzza di erba; mentre camminavo sentivo il rumore delle foglie bagnate: avevano colori diversi alcune marroni, altre rossicce, altre ancora arancioni. Amavo l’autunno, era la mia stagione preferita dopo l’inverno.
Camminai per forse una ventina di minuti. Il bosco era immenso, sembrava non finire più, mi sentivo osservata, come se ci fosse una marea di persone vicino a me, anche se sapevo che ero sola. Mi sembrava di star impazzendo, mi faceva male la testa, avevo sete e fame, anche se, ad essere sincera, era una fame strana, non so bene come spiegarlo, ma era diversa. Stavo per perdere le speranze quando, ad un certo punto, vidi una persona girata di spalle vicino ad un albero. Era maleodorante, aveva i vestiti strappati e rovinati; la sua pelle aveva un colore strano, forse era solo una mia sensazione – non c’era molta luce, gli alberi coprivano il sole. Mi avvicinai lentamente “Hey! sai cosa sta succedendo?” gli chiesi. Si girò di scatto in un modo quasi inumano. Era uno zombie? No no no era impossibile stavo sicuramente sognando. Mi diedi un pizzicotto molto forte sul braccio: sentivo dolore, non era un sogno, anche se, a dirla tutta, avevo sperato con tutta me stessa che lo fosse. Cazzo cosa faccio ora? Lo zombie si avvicinava nella mia direzione, iniziai a correre più velocemente che potevo finché, dopo probabilmente qualche metro, stanca e con le gambe doloranti, arrivai di fronte ad una città.

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