Trentun giorni di terrore… Demone – Capitolo 9

di Alice Musilli (VH)

Lucca,

 

Rohan era molto triste. Trasferirsi da una casa all’altra era difficile, ma trasferirsi dall’Inghilterra all’ Italia? Il ragazzo stava ancora processando lo shock.

Almeno però si era fatto velocemente un amico: Lulu, chiamato così perché non si sapeva, era un tipetto carismatico, con bei voti e di bell’aspetto. Lui e Rohan avevano stretto un forte legame nei mesi a venire. Una sera, il castano si stava preparando per andare, con Lulu e un altro paio di ragazzi suoi amici, al giardino botanico. Dicevano che fosse molto bello di sera.

Rohan si passò il gel sui capelli sottili e lisci, liberando il suo viso. Si mise una camicia con sopra una felpa bianca e salutò la madre.

“stai attento, ok?” le disse lei, leggermente preoccupata, mentre il 16enne prendeva le chiavi di casa e il telefono.

“certo mamma, tranquilla!”
“non ti allontanare dalla strada capito?”

“mamma, cosa deve succedere? Lulu è un bravo ragazzo che se la fa solo con brave persone!”

-questo lo dici tu- pensò di dirgli la madre, ma decise di stare in silenzio e baciare il figlio sulla fronte, il quale ridacchiò.

“a dopo mamma!” esclamò il ragazzo chiudendosi la porta alle spalle e correndo verso il luogo d’incontro. Sorrideva. Era felice di poter finalmente uscire da quella casa per stare con i suoi amici.

Assieme a Lulu vi erano altre 3 persone: due ragazzi ed una ragazza, la quale aveva chiacchierato con Rohan per tutta la sera. erano stati sulle panchine, poi erano andati a giocare a biliardo.

“sei bravissimo” aveva commentato Lulu dopo avergli insegnato come tenere l’asta. “vero, sei molto bravo!” continuò la ragazza. Gli altri due non parlarono, semplicemente si scambiarono uno sguardo e sorrisero. Rohan non se ne accorse.

Quando arrivarono ai giardini botanici, uno dei due ragazzi tirò fuori delle sigarette e si accese una sigaretta. “passamene una” sorrise Lulu

“non sapevo fumassi…” si intromise Rohan con voce flebile mentre tutti i membri del gruppo si passavano la sigaretta fra di loro.

“prova anche tu” propose la ragazza, guardandolo con una strana luce nei suoi occhi nocciola.

“cosa? no, no, non mi piace…”

“eddai!” esclamò Lulu, passandosi una mano fra i corti capelli biondi.

“non dovrei…”
“nessuno deve saperlo. Ecco, tieni” gli passò la sigaretta dopo aver fatto un tiro da essa.

“Non farlo…” Sentì una voce dietro di sé che lo fece girare spaventato. Ormai erano arrivati vicino il laghetto dei giardini.

“ti siedi con me?” gli chiese la ragazza, toccando lo spazio sotto la ringhiera di legno che proteggeva le persone dal cadere nel lago. Si era tolta le scarpe e aveva i piedi immersi.

“non so se possiamo farlo…”
“per favore, dai!”

Non volendo dirle di no, si tolse le scarpe, i calzini e si sedette.

Aveva dato le spalle ai 3 ragazzi.

I 5 risero e scherzarono per un’altra oretta, mentre Rohan continuava a sentire delle voci, una femminile ed una maschile. Stavano litigando

“vattene via!”

“falli fare”
“no! mi rifiuto! ascoltami, ti prego!”

“nessuno ti ha mai ascoltato, perchè lui dovrebbe ora?”

L’amica di Lulu aveva messo la testa sulla spalla di Rohan e teneva le mani bianche sul suo avambraccio.

Rohan sentiva il disagio iniziare a crescere.

“voglio dire, che problema c’è con il picchiare chi non è religioso?” esclamò uno dei due ragazzi, sedendosi accanto a Rohan, che era ormai bloccato fra il più alto e la ragazza.

“beh, veramente-”
“stava scherzando Rohan, tranquillo” Lulu gli mise le mani sulle guance e gli fece alzare il viso, sorridendogli. Rohan ricambiò impacciatamente il sorriso. il ragazzo al suo fianco gli stava stringendo la mano.

Appena abbassò il viso vide, dall’altra parte del lago, una donna; era lucente, bianca, dai capelli chiari e gli occhi neri.

“ALZATI, SCAPPA!” urlò con voce strozzata, come se avesse pianto. Si voltò verso Lulu di scatto. Sentì come 100 spilli conficcati poco sotto l’ombelico. Abbassò lo sguardo e vide il ragazzo al suo fianco tirare un coltello fuori dal suo stomaco. Stava per urlare, ma Lulu gli tappò la bocca con la mano. La ragazza gli teneva il braccio fermo.

“Dannazione, Francè! Possibile che tu non sappia nemmeno accoltellare qualcuno?!” bisbigliò il biondo. Rohan era terrorizzato. Sarebbe morto? no, non poteva morire, non così! cercò di dimenarsi ma uno dei ragazzi sempre zitti gli diede una botta dietro la nuca con il manico del coltello, facendogli perdere i sensi.

quando si risvegliò vide Lulu contro un albero di fronte al suo. Una figura alza lo stava tenendo per il collo della maglia

“se ti vedo qui un’altra volta ti taglio la gola, hai capito, stronzetto?”

Lulu era atterrito, non riusciva a staccare lo sguardo dagli zaffiri che la figura aveva come occhi.

Rohan si guardò in giro e quando stava per alzarsi sentì toccare il braccio. Si voltò e vide la donna di prima. Aveva un bel viso, nonostante fosse pallida e quasi tarsparente.

“Aspetta..” La sua voce sembrava un eco nelle orecchie del castano, il quale si ritirò spaventato. Appena la figura si voltò e fece un passo avanti, tirando anche Lulu, la povera vittima scoppiò a piangere terrorizzato. “ti prego…ti prego, non uccidermi!” supplicò tremando come una foglia con le mani sulla testa. Il suo pianto andò avanti nel silenzio per 5 solidi minuti, quando il fantasma lo abbracciò, cercando di calmarlo. La figura tornò a guardare il biondo. Sapeva bene quello che doveva fare.

Si avvicinò al lago. Non dovette usare molta forza per tenere la testa del peccatore sott’acqua. Morì in scarsi 70 secondi.

Tornò dal fantasma, che teneva stretto a sé il giovane addormentato. La figura sbuffò, raccogliendo da terra la sigaretta vicino il cadavere di uno dei ragazzi per accendersela.

“Dannazione, tutti questi satanisti mi fanno sempre brutta pubblicità. Ci credo che la gente creda a tutte quelle cose degli esorcismi! Roba da matti!”

“ ti voglio ricordare che tu mi hai trascinato nel lago!”

“Sei tu che hai deciso di fare un patto con me, bambolina, Sapevi benissimo a cosa stavi andando incontro”

la ragazza sbuffò, “porta questo giovane a casa sua, forza!”

“ ew, no! io non lo tocco!”

“ l’ho riportata a casa io la ragazzina dello scorso mese, ora tocca a te!”

“bambolina, per favore…”

“chiamami per nome prima di tutto, signorino”
“Vossignoria Lucida… ora puoi portarlo tu?”
“abbassati e prendilo, pigrone”

La figura sbuffò prima di prendere il ragazzo fra le braccia e avviarsi per riportarlo a casa. Rohan si svegliò a circa 10 minuti da casa sua e cercò di urlare, fermato però dal pallido ragazzo.

il castano guardò la figura che aveva davanti, “t-tt-tu hai ucciso Lulu…”
“e lui stava per uccidere te bellezza, capita a tutti”

“tu sei un demonio!”
“ue, no, capiamoci bene; io sono Il demonio. Non togliermi quel poco di credito che ho”
“t-ttu sei…?”
“Lucifero, si, satana, mister o-mio-dio-che-paura, piacere di conoscerti”

Rohan strabuzzò gli occhi guardando il corvino di fronte a se.

“allora, vuoi tornare a casa o no?”
“Lulu e gli altri…tu li hai davvero..?”
“si, ragazzino, si, Li ho uccisi, mi spiace, ma che devo dirti? i satanisti mi fanno imbestialire!”

“non dovresti essere felice..?” Lucifero alzò gli occhi al cielo, come se avesse avuto quella discussione mille volte, “vedi ragazzino, io sono caduto perchè ho messo in discussione i piani divini, non perchè volevo nuocere voi umani. Mai l’ho fatto, mai voglio farlo, e chi dice il contrario è solo un disinformato che ha ascoltato solo metà della storia”

Quella frase fece riflettere Rohan: era stato salvato dal supposto padre di tutti i mali da quello che credeva fosse il suo migliore amico.

 Che svolta di eventi…

Da quel giorno almeno sapeva sempre dove andare, le sere di luna piena. Da quel giorno in poi, Lucifero e Lucida Mansi almeno ebbero qualcuno di simpatico con cui discutere.

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