Dr. Martens: da una necessità pratica ad un must have generazionale
di Francesca Pia Piantarosa (IIIG)
Durante la stagione invernale, diventa spesso difficile conciliare stile e confort, ma almeno sulla scelta delle scarpe il compromesso sembra essere possibile grazie ad un modello che riesce ad accontentare ogni esigenza: gli anfibi, che già dal nome derivante dal greco ἀμϕίβιος “dalla doppia vita”, ci suggeriscono la loro spiccata versatilità, sono diventati fin da subito un cult dell’industria del fashion. Tuttavia, riferendosi a questo specifico modello di calzature, non si può non fare l’immediata associazione con il brand Dr. Martens, che le ha messe al mondo e con il quale vengono spesso e volentieri chiamate per antonomasia.
Come suggerisce il nome, furono ideate da un giovane medico tedesco, Klaus Maertens, che nel 1943 si trovava a Monaco per svolgere il servizio militare. Durante un giorno di licenza, intento a trascorrere una giornata tranquilla sciando sulle Alpi Bavaresi, ebbe un incidente in pista e si fratturò il piede; durante la convalescenza, notò sulla sua pelle quanto fosse scomodo camminare utilizzando gli scarponcini con suole di cuoio, ed è in quel momento che ebbe l’intuizione che ha svoltato il mondo delle calzature.
Brevettò e realizzò il totale autonomia il prototipo, caratterizzato da una speciale suola ammortizzata da un “cuscinetto ad aria”, costituito da due strati di poliuretano di gomma che intrappolavano uno strato d’aria centrale, e le mostrò all’ingegnere Herbert Funck, suo caro amico e da questo momento in poi, il suo fidatissimo socio in affari.
Maertens e Funck durante la produzione delle prime Dr. Martens
Utilizzando materiali tessili e gomme di scarto, i due diedero inizio ad una prima produzione in serie delle Docs, estremamente apprezzate dalle casalinghe tedesche per il confort della suola, la morbidezza della pelle e la durabilità generale. La svolta decisiva per il marchio arrivò all’inizio degli anni ’60 grazie all’affermata azienda britannica di calzature militari R. Griggs&Co., che ne rilevò il brevetto e apportò delle modifiche rilevanti, oggi iconiche, come le cuciture giallo senape, la fettuccia con la scritta Air Wair e il bordo scanalato della scuola.
Dr. Maertens e Dr. Funck assieme ai proprietari della R. Griggs&Co.
Fu solo allora che venne messa al mondo la celebre Dr. Martens 1460 nella sua caratteristica colorazione rosso ciliegia, che l’ha resa non solo simbolo della working class per la sua pratica vestibilità, ma anche e soprattutto un sinonimo di libertà e ribellione.
I neonati anfibi divennero infatti un elemento caratteristico della cultura underground, principalmente della subculture punk, ma anche di emo, gothic e hippie, che grazie alle Doctors si percepivano legati nonostante le differenze ideologiche e stilistiche.
Paio vintage perfettamente conservato delle prime Dr. Maertens 1460
Gli stivaletti furono inoltre il contrassegno di numerose band punk e rock, come i Who e i The Cranberries, che le indossavano durante i loro concerti e nelle riprese dei video musicali, e non mancano di certo le citazioni in film e serie TV, come la canzoncina interpretata dal comico Alexei Sayle nella serie The Young Ones del 1982: “Dr. Martens, boots of the world/So that everybody can be free./They’re classless, matchless, ageless and waterproof./And retail for only 19 pounds and 99p/What should everyone be wearing?/Those boots with the air-flow soles…/Thanks to Dr. Marten everyone will have warm feet,/Thanks to Dr. Marten they’ll be dancing in the street…”.
Il chitarrista dei The Who, Pete Townshend, con le Docs al piede durante un concerto
Con l’ingresso nel XXI secolo e il conseguente cambio di tendenze soprattutto nei gusti dei più giovani, il brand ha attraversato non pochi periodi di crisi: addirittura nel 2003 la R. Griggs&Co. ha dovuto chiudere la storica fabbrica nel Regno Unito per dislocare la produzione in Cina e in Thailandia, e nel 2013 ha ceduto la proprietà stessa del marchio alla società d’investimento britannica Permira. Grazie al supporto di collaborazioni con altri brand iconici come Swarovski, Supreme e tanti altri, le Dr. Martens sono riuscite non soltanto a ritornare in auge, ma anche a calpestare le passerelle dell’haute couture, a dimostrazione della loro immortale ambivalenza.
Modelli di Docs realizzati in collaborazione con Supreme e Swarovski