A un’amica perduta
di Elisabetta de Luca IC
C’è una mia vecchia amica che ci ha lasciato per sempre, è fuggita via da questo vergognoso mondo e ha deciso di non voler essere più né cercata né tantomeno trovata. Spesso è stata calpestata, dimenticata, uccisa, rinnegata e vilipesa in ogni modo. E di lei abbiamo oramai perso ogni traccia tanto, ma proprio tanto tempo fa. Lei è tante cose. Lei è l’educazione, lei è il saper vivere civilmente, lei è il rispetto, lei è il buon principio. Lei, in questa società, non esiste quasi più. Non è sparita, non voglio e non posso credere che sia davvero sparita, credo che sia semplicemente stata dimenticata. Dimenticata perché mai più insegnata, rimossa perché non più appresa, calpestata quotidianamente e sostituita dai nuovi tristissimi e indecorosi valori del 2000. È un mondo in cui la sovversione ha tristemente preso il posto della tradizione, un mondo che ha dimenticato ciò che conta davvero… questo mondo di oggi è stanco di mettersi davvero in gioco, è stanco di provare e soprattutto è stanco di agire. Facciamo tante cose, ma tutte male e senza profondere in nessuna di esse un briciolo di amore. Si impara tanto, ma poi nessuno ricorda niente. Si hanno tanti amici, ma attorno a sé e dentro di sé c’è solo un immenso e incolmabile vuoto. Siamo diventati tutti degli schiavi della maleducazione, servi dell’incoerenza, fantocci nelle mani del nulla… ci lasciamo dominare dalle convenzioni, al costo di dimenticare noi stessi, soggiogando la nostra vera identità. Permettiamo al mondo di decidere per noi, ci lasciamo distruggere dalle critiche a costo di cedere alle stesse e metterci a fare il loro gioco. Siamo incapaci, letargici, abulici e inetti. L’inettitudine ci logora, l’odio ci divora. Il nostro essere nulla ci affanna, ci distrugge, ci sospinge sempre più nel tetro oceano di accidia che abbatte ogni nostra umana possibilità di riscatto. Siamo pieni di invidia, di rancore, di male di vivere. È come se avessimo dimenticato cosa significhi davvero lottare. Mettersi in gioco. Osare. Preferiamo essere vissuti, piuttosto che vivere davvero. Preferiamo scegliere di non scegliere piuttosto che prendere autonomamente delle decisioni. Ribellatevi, osate, cambiate le cose. Abbiate il coraggio di tornare a credere nei principi morali che hanno reso grande la nostra storia. Quando esisteva una soluzione per ogni problema, quando le difficoltà si affrontavano con coraggio e quando ogni giorno era vissuto allʼinsegna della curiosità. Oltre ogni ostacolo, oltre ogni avversità. È sempre stata la curiosità il vero motore del mondo. Ed è questo che dobbiamo riscoprire… Il voler vivere ogni giorno in modo diverso dallʼaltro, il voler sperimentare ogni giorno la gloria della vittoria e della meraviglia del vivere… il voler distinguersi come unico leone in mezzo a un mondo perduto in cui belano solo montoni… e noi siamo ancora in tempo per sovvertire il vostro destino. Siamo ancora in tempo per tornare a essere quelli di un tempo. Siamo ancora in tempo per non perdere questo nostro tempo. Perché forse siamo proprio noi il nostro tempo migliore.