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Anno nuovo vecchie abitudini

di Luigi Iossa(IIIA) 

E’ sera, voglio scrivere l’articolo di apertura di PoliticaMente per questo nuovo anno scolastico, accendo il PC, apro Word, comincio a scrivere e nella mia testa risuona un solo e unico argomento da trattare: il genocidio in atto a Gaza.

 

“Chiamatelo come volete”, è comunque un dato di fatto e i dati, i fatti, la realtà sono tutti elementi inequivocabili, non si possono discutere, come non si può discutere delle oscenità compiute due anni fa da Hamas, non si possono discutere e mettere in dubbio i crimini che lo Stato israeliano sta portando avanti nei confronti del popolo palestinese.

 

I morti sono circa 67.000 fra questi almeno 20.000 bambini, i feriti oltre 168.000, 11.000 palestinesi detenuti in Israele, 1722 operatori sanitari e volontari morti, 30 medici detenuti dall’IDF, 1 bambino palestinese su 4 soffre di malnutrizione, 495 palestinesi hanno perso la vita per mancanza di cibo, 2600 palestinesi sono morti mentre provavano a prendere un pasto, uno solo, per cercare di mangiare finalmente, ma nemmeno mangiare gli è consentito oramai, oltre 200 giornalisti morti a Gaza, e ciò che più lascia basiti è che questi dati che arrivano da Unicef, Al Jazeera, ONU e Humanitarian Foundation, potrebbero non essere del tutto veritieri, perché man mano che questo genocidio va avanti, si uccidono anche i giornalisti, le voci narranti di questo scempio, che potrebbero dirci la verità. Muniti di macchina fotografica, telefono e penna potrebbero far aprire gli occhi al mondo, ma vengono eliminati, perché sono un pericolo per il governo israeliano che evidentemente ha paura della verità, la verità che è un governo criminale, la verità che sta decimando una popolazione quando poteva puntare direttamente ai vertici di Hamas senza far diventare la Striscia di Gaza un lago di sangue palestinese, e forse sono anche consapevoli di tale verità, ma finché i giornalisti muoiono, si può andare avanti a uccidere civili innocenti, tanto si spera sempre che la verità non venga fuori.

Poi, si sa, ci sono le colpe di Hamas: i 1200 morti del 7 ottobre 2023, i 250 ostaggi sempre del 7 ottobre, ma questi atti osceni sono già stati commentati e giustamente condannati, ma in questo momento il governo israeliano non sta colpendo direttamente Hamas, ma il popolo palestinese, e allora perché non andrebbe condannato anche ciò che sta facendo Israele che come ha fatto Hamas, ha ucciso civili, tra l’altro molti, ma molti, di più, allora perché non andrebbe accusato il governo israeliano, allora perché non andrebbe condannato moralmente e politicamente un governo che si confessa democratico, ma che poi della parola “democratico” ha solo sei lettere in comune: la C, la R, la I, la M, la A e la E di: “C-R-I-M-I-N-A-L-E”.

Alla luce dei dati del massacro in atto in Palestina, ho voluto preparare un breve carosello di citazioni di giornalisti, opinionisti, politici e storici e ho aggiunto un mio commento a ognuna di queste citazioni:

“…non si commemorano gli ebrei morti, si dà addosso agli ebrei vivi, che lottano (e possono sbagliare, sono uomini) perché la disumanità non vinca, perché Hamas scompaia…” (Giovanni Sallusti, Libero 31 agosto 2025) – “sbagliare è umano” diceva qualcuno e ho sbagliato io a leggere questo articolo di Giovanni Sallusti.

“…Sono abbastanza contrario a questa corsa alla definizione, che sta ormai svolgendo un ruolo propagandistico e politico-ideologico. Sarà una corte internazionale a stabilire che di tipo di crimine internazionale si sta compiendo a Gaza… Si dovrebbe avere fiducia degli organismi internazionali: la Corte Internazionale di Giustizia” (Marcello Flores a Daniele Dell’Orco, Libero 12 Ottobre 2025) – Ecco cosa avevo dimenticato, l’infallibile Corte Internazionale di Giustizia, lei si che fa sempre rispettare il diritto internazionale, eh.

“…secondo me è in atto una guerra del tutto asimmetrica…” (Enrico Mentana a PiazzaPulita 11\09\2025) – Ma guarda te, non sapevo ci fosse una guerra, di solito quelle si combattono con gli eserciti, non con un esercito che spara ai civili.

“… io vorrei una flotilla anche in Ucraina…” (Matteo Renzi Leopolda 2025) – Non ti preoccupare Matteo, in Ucraina già arrivano le flotille europee… quelle piene di armi, bombe e fucili, vanno bene lo stesso?

“… il diritto è importante ma fino a un certo punto…” (Antonio Tajani a Porta a Porta 01\10\2025) – Silvio docet!

“… (l’accordo di pace) Si deve anche a quello che alcuni giudicano un criminale, che è Bibi Netanyahu, che ha tenuto duro in un momento difficile…” (Matteo Salvini durante un recente comizio a Firenze) – sì, ha tenuto duro… ma in un momento difficile per gli altri non per lui.

“… Nonostante i pro-pal, la Albanese, la cittadina più onoraria d’Italia, nonostante l’antisemitismo, nonostante la sinistra… la pace è più vicina…” (Tommaso Cerno su X 09\10\2025) – “Nonostante Cerno la pace è più vicina” ecco forse così suona meglio.

 

Quindi, anno nuovo, ma vecchie abitudini, bentornata “PoliticaMente”, perché quest’anno ci sarà tanto da dire!

Un pensiero su “Anno nuovo vecchie abitudini

  • Fornaro Stefano

    Grazie Luigi per aver condiviso con noi queste tue importanti riflessioni.
    Concordo pienamente con quanto hai scritto: ciò che sta accadendo è davvero inaccettabile e disumano!
    Quelle frasi citate, alcune in particolare, fanno davvero rabbrividire e non so come sia possibile che possano essere dette in maniera così tranquilla… a volte mi chiedo: ma davvero credono in quello che dicono? E’ mai possibile che davvero ci si possa convincere che la guerra, il genocidio sia una cosa giusta? Addirittura ringraziare Netanyahu per il processo di pace… ma come si fa ad affermare un simile orrore? Non lo so, davvero sconvolgente…
    A livello di politica internazionale è un brutto e inquietante momento storico; bisogna pregare il Signore per la Pace nel Mondo

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