Astronauta

di Luisa Granata, (IF, a.s. 2021/2021)

Astronauta.

dal greco ἄστρον = astro e ναύτης = navigante

Il marinaio del cielo nuota nella più calma delle tempeste.

Stelle, galassie, pianeti come quadri di Pollock si muovono in un mare di tenebra.

Galleggiano. 

Dalla sua nave, pesca sogni e meteoriti.

In questo abisso infinito, tutto è illusione.

Così ordinato, così pieno, così sensato.

Eppure ci si sente soli dinanzi a questo tutto pieno di niente, a questo vuoto pieno d’ogni cosa.

Lui, il marinaio dell’universo, è riuscito ad arrivare in cima, ha vinto, ha toccato il cielo con un dito, con tutta la mano e l’ha stretto in un pugno.

Guarda com’è piccolo.

Guarda come scintilla.

Ora lo lancia e ci si tuffa dentro.

Ora nuota in questo immenso mare di stelle.

Lui è dove ognuno vorrebbe essere, ma è così triste, così solo, così piccolo.

Sente il peso del nulla sul suo petto.

Sembra stia soffocando. Aiutatelo, presto!

Ma non sta soffocando, annega.

Affoga in se stesso, tra i pensieri e le stelle.

Tra la coscienza e l’apparenza.

Tra i pianeti e le lacrime.

Ma non ha paura.

Non ha paura di affogare, no, non è questo che lo spaventa.

Le stelle brillano riflesse nei suoi occhi.

Il suo cuore trema, ha paura, ha freddo.

È innamorato.
È innamorato proprio dell’unica persona che non potrà mai raggiungere, il palombaro.

È troppo pesante, ancorato alla realtà.

Anche lui è immerso nel vuoto, riesce a sentirlo ogni volta che si muove.

Vive nel buio dell’ignoto e quando ha paura, sale a galla per guardare la luna.

Al palombaro piace guardare la luna, che galleggia come lui in un mare di sogni.

L’astronauta si tiene ad una stella mentre guarda quello specchio salato.

Tra le nuvole lancia la lenza.

La luna penzola da questa, infilzata dall’amo.

Entrambi i naviganti nuotano in questo mare di oscurità e di silenzio.

Due baratri opposti, due baratri identici.

L’uno incuriosito dall’altro a tal punto da cercare di scambiarsi pur di incontrarsi, col rischio di annegare nell’anima a vicenda.

È un amore eterno, che non finisce, che non inizia, ma c’è, esiste.

Sentono il desiderio, il bisogno di incontrarsi, di aversi.

Proprio perché non si potranno mai raggiungere, necessitano l’uno dell’altro più dell’aria stessa.

Come se potessero riempire il vuoto che li separa, che li circonda, che li congela.

I due innamorati si lanciano regali e li guardano mentre affondano.

Relitti di ricordi che ogni tanto lasciano affiorare qualche bolla in superficie.

È per questo che il mare è pieno di stelle e il cielo di barche.

5 pensieri riguardo “Astronauta

  • 24 Gennaio 2021 in 23 h 24 min
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    Luisa complimenti per questo testo delicato, ricco di sfumature e di sensibilità

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  • 25 Gennaio 2021 in 9 h 47 min
    Permalink

    Un misto perfetto di prosa e poesia la cui lettura scivola naturale e non consente di fermarsi se non al punto finale!

    Rispondi

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