Copyright is for losers! | The World of Banksy – The Immersive Experience
del prof. Lucio Celot
Ovviamente, non si parlerà qui di Banksy: troppo famoso, troppo noto (se pure sconosciuto) per poter dire anche poche parole su un’icona assoluta della street-art, le cui opere sono sparpagliate sui muri delle città di tutto il mondo, da Londra, a Bali fino al muro di Betlemme. La mostra alla stazione Tiburtina di Roma espone riproduzioni di opere che non si possono più vedere da nessuna parte: distrutte, vendute, rubate, scomparse; e perciò, a maggior ragione, The World of Banksy non si può perdere.
Non autorizzato e organizzato senza il coinvolgimento dell’artista, l’allestimento all’interno dell’ampio spazio nella galleria commerciale della stazione Tiburtina è un percorso che mette assieme i murales più noti di Banksy, da Girl with Ballon, alla serie dei Rats, ai Kissing Coppers, fino alla colomba con il giubbotto antiproiettile sul muro di Betlemme. La scelta della location non è casuale: la Tiburtina di Roma è solo una delle stazioni dove è transitata, è il caso di dirlo, la mostra dopo Milano, Torino e Verona, ambienti che conferiscono la giusta atmosfera underground al caustico messaggio di critica sociale che è la cifra del lavoro di Banksy.
Guerra, capitalismo della sorveglianza, inquinamento, imperialismo, consumismo, rivincita degli ultimi: i temi che ispirano Banksy (nickname dietro cui si nasconde, presumibilmente, un uomo nato a Bristol attorno agli anni ’70) trovano origine negli anni del governo Tatcher, tra gli ’80 e i ’90, quando il Regno Unito fu percorso da scossoni di rivolta sociale in risposta alla politica conservatrice e neoliberista della “Lady di Ferro”.
La critica dell’autorità passa, in Banksy, non solo attraverso il “messaggio” veicolato dalle stesse immagini, volte a decostruire ironicamente il concetto di Potere tout-court, ma anche attraverso i luoghi fisici dove i graffiti e i murales vengono eseguiti: contrario alla “mummificazione” delle opere e all’arte come fredda e morta accademia, Banksy boicotta qualunque luogo che istituzionalizzi la creatività e rende i propri lavori accessibili a tutti, senza limitazioni, pur non autorizzando in alcun modo le mostre dedicate alle sue opere.
Terrorista (in senso positivo), politicizzata, immediatamente comprensibile da donne e uomini di tutte le classi sociali: l’arte di Banksy dà all’espressione “attivismo sociale” un ulteriore significato, quello della ribellione contro la cultura di massa, omologante e totalitaria. Emblematica, in questo senso, la serie dei Rats: schifosi, repellenti, evitati da tutti gli umani, simbolo da sempre di bassezza e orrore, i topi di Banksy sono il sommerso che non ci piace ma che esiste, e con cui dobbiamo fare i conti: non si vedono ma sono miliardi sotto i nostri piedi, abitano le fogne delle metropoli e possono stravolgere e destabilizzare un’intera civiltà (ricordiamoci della Grande Peste, la Morte Nera che nel XIV secolo quasi dimezzò la popolazione europea). Così l’artista:
Esistono senza il consenso di nessuno. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in silenziosa disperazione tra il sudiciume. E tuttavia sono in grado di mettere in ginocchio intere civiltà. Se sei sporco, insignificante e senza amore, allora i ratti saranno il tuo modello.
Certo, in molti si chiedono se abbia un senso organizzare mostre – a pagamento – di un artista che rifiuta la mercificazione dell’arte, tanto da arrivare a inventarsi meccanismi nascosti che nel bel mezzo di un’asta improvvisamente distruggono la stessa opera in vendita, come è successo recentemente da Sotheby’s: la contraddizione è solo apparente, non tutti abbiamo la possibilità di viaggiare in lungo e in largo per il mondo alla ricerca dei graffiti di Banksy, con il rischio, tra l’altro, di non trovarli più perché rimossi o rubati (è successo a più di qualcuno…)
E allora: prendete il treno, scendete alla Tiburtina, evitate la tentazione dello shopping e fate vostro lo sguardo dello sconosciuto di Bristol, tra poliziotti che si baciano appassionatamente e bambini che giocano su cumuli di armi abbandonate. Uno sguardo altro, che a tratti crea un salutare e imbarazzante disagio nei confronti della nostra cosiddetta civiltà…
The World of Banksy – The Immersive Experience
Dove: Stazione Tiburtina di Roma (Galleria Commerciale)
Quando: prorogata fino al 28 maggio 2023
Biglietto di ingresso: dal lunedì al venerdì 14.50 euro; sabato, domenica e festivi: 16,50 euro.