Formula 1: Guida Lampo per Capire il Gran Finale
di Miriam Perrone (IVA)
Mancano solo due Gran Premi alla bandiera a scacchi del Campionato del Mondo di Formula 1 2025, con l’ultima, decisiva, tappa di Abu Dhabi all’orizzonte.
La corona d’oro che a breve sancirà il vincitore, celebrerà anche un addio posandosi sul capo della storia stessa della Formula 1: questa, infatti, è l’ultima stagione con i regolamenti a cui siamo abituati e che da anni creano le attuali monoposto.
Dal 2026 vedremo vetture più piccole, agili e con un sistema ibrido, dunque più ecosostenibile, bilanciato al 50%…
L’aria che si respira dunque, è quella di un cambiamento imminente così grande da essere compreso e appositamente ignorato nello zapping sportivo.
Spesso accade che guardando la F1, ci si sente solo spettatori di qualcosa di fin troppo tecnico e distante, come se mancasse l’effettiva chiave per entrare davvero nello spettacolo…
Se vi ritrovate in queste parole, fermatevi un istante.
Dietro queste stesse regole che sembrano complesse e dietro la velocità che spinge oltre il limite, c’è una semplicità che emoziona: il coraggio di 20 uomini che si spingono oltre le aspettative incontra l’ingegneria perfezionista e la strategia sovraumana.
Vi invito a scoprire, anche solo per curiosità, come questo sport, così lontano dalla quotidianità, diventi una fonte inesauribile di pura passione.
La Preparazione:
Il successo in Formula 1 è un processo meticoloso che comprende tre giorni di lavoro effettivo e una stagione intera per ripagare lo sforzo immane del team.
La strategia inizia il venerdì, con le tre sessioni di Prove Libere (PL). In questi momenti, i piloti e i team non cercano la vittoria, ma studiano la pista. È un atelier dinamico dove si provano configurazioni diverse della monoposto per stabilire l’assetto ideale, ovvero il bilanciamento meccanico e aerodinamico che renderà l’auto veloce e stabile su ogni curva. Ogni dato raccolto qui è una colonna fondamentale sulla quale si poggerà poi la domenica.

Il primo momento in cui l’adrenalina sale è il sabato pomeriggio con le Qualifiche, che decidono l’ordine di partenza (la griglia). Il meccanismo a eliminazione – il Knock Out – è una caccia al tempo senza fiato: in tre fasi (Q1, Q2, Q3), i piloti devono estrarre il giro più veloce. Le squadre usano una finezza strategica, spesso scegliendo pneumatici Soft (i più morbidi e veloci) e cronometrando il momento giusto per sfruttare l’asfalto che, via via che le auto girano, offre un grip migliore.
Alla Q3 possono accedervi solo i 10 piloti più veloci. Chi riesce in questa ardua impresa (spesso coadiuvato anche dalla buona sorte), conquista la Pole Position, la posizione privilegiata che, grazie al miglior giro pulito e veloce, garantisce una partenza in testa a tutti.
Ammetto che spesso mi ritrovo ad ascoltare alcuni discorsi sulle finali di questo sport- che decidono e incoronano il campione – e capisco quanto in realtà sia così riduttivo pensare che la F1 sia solo il trionfo del pilota sul volante. La verità è che il successo è il risultato della sintonia tra la volontà umana e quella tecnologica.
Per eccellere, in questo sport che non perdona, i piloti devono soddisfare standard atletici e psicologici altissimi – a volte così eccessivi da determinare ad oggi il triste destino di ben 44 piloti deceduti per l’amore della velocità – ma devono anche dare una voce alla monoposto che aspetta con ansia il mortale lancio in traiettoria.
A bordo pista, il muretto non è solo un recinto, ma la centrale operativa, dove ingegneri e statistici analizzano in diretta migliaia di informazioni che arrivano dall’auto. La loro abilità risiede nell’anticipare l’imprevisto: un calo inatteso delle gomme, l’arrivo della pioggia, o il momento giusto per il Pit Stop. Sono loro la voce della ragione nella cabina di pilotaggio.
Questa unione trova la sua massima coordinazione nel Pit Stop.
Quando il pilota entra ai box, 21 persone lavorano in frazioni di secondo. Sollevare l’auto, rimuovere le ruote vecchie e montare le quattro nuove avviene in meno di 2 secondi. È una sfida meccanica di una precisione quasi commuovente, e che se eseguita senza difetti, può far guadagnare la posizione che vale un podio o anche la vittoria.
La Gara e le Sottigliezze del Regolamento
Il Gran Premio si svolge la domenica.
Dopo il Giro di Formazione sotto regime di Safety Car (Il suo scopo è mantenere il gruppo di vetture allineato e a una velocità controllata fino a quando le condizioni non permettono di ripartire normalmente) utilizzato per revisionare la stabilità delle monoposto in pista e portare le gomme alla giusta temperatura evitando spiacevoli incidenti.
La gara effettiva invece di norma copre circa 305 chilometri in un tempo massimo di due ore.
Il fattore strategico che incide di più è la gestione degli pneumatici. Il regolamento è chiaro: ogni pilota deve fermarsi almeno 1 volta per cambiare gomme e deve utilizzare almeno due mescole diverse in condizioni di pista asciutta. Le mescole sono la formulazione della gomma, che ne determina la performance e la durata. Se le Soft (Morbide) sono le più veloci e con maggiore aderenza, sono anche quelle che si distruggono più velocemente. Le Medium (Medie) offrono un buon equilibrio, mentre le Hard (Dure) sono le più resistenti e permettono di stare in pista per più tempo, pur essendo più lente. La scelta di quale mescola usare e quando cambiare è come una partita a scacchi giocata ad alta velocità.
Punti, Velocità e Rispetto delle Regole
Il Campionato si vince un punto alla volta, premiando la costanza. I punti sono assegnati ai primi dieci classificati (rispettivamente 25 al vincitore, 18 al secondo, 15 al terzo e via così per arrivare ad 1 punto assegnato al decimo).
In pista, se si aguzza la vista, si può notare un’aletta dietro la macchina, ovvero il cosiddetto DRS (Drag Reduction System), che essendo mobile, aumenta a discrezione del pilota la velocità sui rettilinei per facilitare i sorpassi, ma può essere usato solo se si è a meno di un secondo dall’auto che precede.
Infine, la disciplina in F1 è sacra e viene per lo più comunicata con le bandiere:
La Bandiera Gialla è il segnale di pericolo (un incidente o un detrito); impone di rallentare e vieta tassativamente i sorpassi.
La Bandiera Rossa sospende totalmente la gara per via di un incidente grave che richiede l’aiuto di gru per la monoposto o di Medical Car – Ambulanza per il pilota.
E infine la Bandiera Blu viene mostrata a un pilota doppiato – ovvero, un pilota che è in ritardo di almeno un giro rispetto al leader per mancanza di velocità o per altri motivi – e gli ordina di farsi da parte per non interferire con la competizione, lasciando passare le auto più veloci.
Le infrazioni del regolamento comportano sanzioni severe, le più comuni (oltre le normali multe sia per il pilota che per il team) sono l’aggiunta di 5 o 10 secondi al tempo finale o ai tempi di gara che costringono il pilota a fermarsi per scontarle.
Pronostici e Aspettative:
Quando il semaforo si spegnerà per l’ultima volta quest’anno, la corona di campione del mondo non è un dono della fortuna che decide il solo e unico vincitore ma è l’intero sistema di passione e precisione che abbiamo imparato ad amare.
Così anche quest’anno siamo arrivati alla fine di questa intensa stagione; la contesa finale si giocherà in due settimane tra il talento di Lando Norris, la fredda determinazione di Oscar Piastri e l’esperienza e l’onore ineguagliabile di Max Verstappen, nonché campione in carica.
In queste ultime due gare, la loro battaglia non è solo un confronto di velocità, ma una prova di nervi, strategia e fiducia nel proprio team, che potrebbe chissà, fare brutti scherzi di preferenze per la coppia Papaya…
Vedremo la storia compiersi in diretta, un’ultima volta prima che il regolamento cambi tutto.
E in quel silenzio assordante, quando le macchine sfrecciano via, si rivelerà l’ultima e unica verità che aspettavamo da mesi.
-Miriam Perrone-

