Facciamo la festa alla sinistra liberal? – The Party (S.Potter, 2017)

del prof. Lucio Celot

Una piccola chicca da settanta minuti, tragica, cinica, corrosiva e impietosa: con un cast di attori di tutto rispetto, la Potter mette in scena tutta l’ipocrisia e la falsità del politically correct britannico e di un’intera classe politica, compresa la sinistra labour rappresentata dalla padrona di casa Janet (Kristin Scott Thomas) che vuole festeggiare con pochi amici e il marito il coronamento di una vita dedicata alla politica. The Party è un dramma da camera con un impianto teatrale, rispettoso delle unità aristoteliche, interamente girato all’interno di un appartamento (con qualche puntata nel giardino esterno) in un bianco e nero glaciale che si adatta perfettamente al clima di conflitto e sospetto che ben presto avvolge i personaggi.

Il tragicomico party inizia male: Bill, il marito, visibilmente depresso, rovina subito la festa confessando ai pochi intimi presenti di avere una malattia terminale che ha tenuto nascosta anche alla moglie. Le reazioni alla sconvolgente notizia cambiano immediatamente l’atmosfera: Janet, che dopo anni di lotta politica e sacrifici è finalmente riuscita a diventare il Ministro della Salute del governo-ombra inglese, dice che si dimetterà per assistere il marito; April (Patricia Clarkson), la cinica amica e consigliera di Janet mantiene il suo atteggiamento freddo e distaccato mentre il suo compagno Gottfried (Bruno Ganz), uno strambo “aromaterapista” un po’ sciroccato e scettico nei confronti della medicina occidentale, consola Bill e lo invita alla speranza. Tra gli invitati c’è anche una coppia di lesbiche, Jinny e Martha, in attesa di avere tre gemelli per mezzo della fecondazione in vitro; e, infine, il più agitato di tutti è Tom (Cillian Murphy), cocainomane con tanto di pistola nella fondina che lavora nella finanza, sposato con Marianne: quest’ultima è l’assenza-presenza che incombe sul party, giacché Bill rivela, pressato da Tom, di avere da più di un anno una relazione proprio con Marianne e di volere passare con lei il tempo che gli resta. Persi tutti i freni inibitori, Bill metterà apertamente in chiaro tutto il suo disprezzo verso l’ipocrisia della moglie e farà una serie di rivelazioni che metteranno in crisi le certezze di (quasi) tutti i malcapitati presenti con conseguenze estreme. Ma anche Janet, moglie tradita, ha un segreto che verrà svelato proprio nell’ultima sequenza del film, la stessa con cui The Party si apre…

Sia chiaro, niente di originale: quella della festa, della cena o della riunione conviviale che si trasforma in un gioco al massacro è un’idea vecchia che funziona sempre (giusto qualche titolo: Festen, Cena tra amici, Perfetti sconosciuti, A casa tutti bene), tanto che Polanski intitola proprio Carnage la sua trasposizione sullo schermo del Dio del massacro di Yasmina Reza (una civile discussione che progressivamente si trasforma in un poco edificante e violento litigio tra adulti); quello che rende godibile il film della Potter è il tono da black-comedy sarcastica e urticante insieme alla satira di costume che mette alla berlina i radical chic della sinistra liberal con la loro spocchia da intellettuali e la loro pretesa di superiorità morale su ogni altra parte politica. Il “party” del titolo richiama non solo la festicciola che Janet ha organizzato per i fedelissimi ma, evidentemente, anche il Partito Laburista inglese, specchio fedele del disastro e dello sfascio in cui precipita rapidamente la serata (metafora facile a cogliersi anche dallo spettatore italiano, vista la deriva e la frammentazione in cui versa la sinistra nostrana). Il congegno narrativo funziona bene, i dialoghi e le battute hanno i tempi giusti, gli attori fanno il resto; e, d’altra parte, di questi tempi sparare a zero sulla classe degli intellettuali progressisti e di sinistra è come sparare sulla proverbiale Croce Rossa, tanto divisa, lacerata, logora e in preda all’isteria appare oramai la Left in tutto l’occidente. C’è da dubitare fortemente che un film come The Party potrebbe godere di un benché minimo di considerazione nel nostro paese: il disincanto circa la classe politica, le sue menzogne, il suo fare perennemente due pesi e due misure, il suo predicare la pubblica virtù e praticare vizi privati sono ormai un repertorio che conosciamo bene e che non ci diverte più. Tutta roba già vecchia che se un tempo faceva solo ridere oggi sta diventando decisamente inquietante, complice anche l’indifferenza della maggioranza sempre più silenziosa che lascia completamente libero il campo alle destre populiste e violente (il Vostro Affezionatissimo scrive queste righe all’indomani della vergognosa mattanza ai danni degli studenti di Pisa e di Firenze…). Buone risate amare a tutt*!

 

The Party (id.)

Regia: Sally Potter

Distribuzione: UK 2017 (b/n, 71 min.). Disponibile su Amazon Prime

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