Kafka sulla spiaggia: il racconto di un sogno visionario
di Christian Aversano II C e Nina Sole IE
Haruki Murakami, nato a Kyoto nel 1949, è uno scrittore, traduttore e saggista giapponese che, nonostante tenda a distaccarsi dalla cultura nipponica, si sofferma su temi tipici della scrittura orientale come la vita e la morte, spesso non considerate dall’autore due concetti antitetici poiché si fondono assieme dando luogo all’esistenza umana, che altro non è che un connubio di queste due condizioni. L’occasione ci permette di analizzare e recensire quello che per noi è uno dei titoli più validi della raccolta di questo scrittore, cioè il romanzo Kafka sulla spiaggia, dal tratto onirico e dalle riflessioni di grande spessore, scritto nello stile più puro di Murakami.
Offrendo al lettore un susseguirsi di due filoni narrativi diversi, lo scrittore alterna le vicende dei personaggi, contraddistinti da opposte caratteristiche, riuscendo a portare a galla i sentimenti più umani del lettore e trasportandolo in pieno oceano, in balia delle forti correnti delle emozioni.
Vi è narrata in maniera parallela la storia del giovane Tamura e dell’anziano Nakata, il quale, a cagione di un misterioso avvenimento accaduto durante la seconda guerra mondiale , ha perso qualsiasi capacità intellettiva (per quanto egli stesso sia consapevole di essere, parole sue, stupido) ma per questo enigmatico avvenimento è stato donato della capacità di parlare con i gatti. I due personaggi diametralmente opposti tra di loro, non solo per le loro età ma anche per il loro modo di rapportarsi col mondo, hanno di fatto non poco da dirci. Tamura infatti ci racconta del suo solitario viaggio nella regione dello Shikoku e del suo arrivo alla serafica biblioteca dei Komura, mentre Nakata, svolgendo il suo lavoro da “acciuffagatti”, verrà coinvolto in strani fenomeni.In maniera estremamente complessa e accattivante agli occhi del lettore, le loro storie si intrecciano e diventano un tutt’uno tra le pagine del libro grazie a tutte le misteriose coincidenze ed ai rimandi al passato.
Entrambi i protagonisti, con la convinzione di essere ormai liberi, si ritrovano a seguire il corso degli eventi ignari di cosa si prospetta dinanzi ai loro occhi, percependo il presente come un insieme intricato e contorto di presagi e maledizioni che si trovano inevitabilmente costretti ad affrontare. Così, come in una tempesta di sabbia, si ritrovano a procedere senza vedere, spinti da una forza predestinata.
Nel corso della narrazione viene infatti ripreso frequentemente dall’autore il paragone tra destino e tempesta di sabbia, che segue ogni nostro spostamento e cambiamento di andaturapoichè non dipende da fattori esterni. Si parla dunque di una tempesta interiore e che fa parte di noi, che siamo il vento che la anima, e per questo non possiamo fare altro che oltrepassarla a occhi chiusi, senza sapere cosa ci aspetta al di là di questa e, citando le parole scritte da Murakami, “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”
Tutti i personaggi che costruiscono la storia sono capaci di legarsi indissolubilmente a coloro che li scoprono pezzo dopo pezzo, sembrando agli occhi di chi legge quasi reali. Vivono in un mondo simile al nostro ma non uguale e Murakami, grazie alle sue abili doti di scrittura, farà sentire anche noi cittadini di questa diversa realtà.
Il profondo significato del romanzo diventa sempre più chiaro man mano che il lettore fa scorrere i suoi occhi tra le righe del libro e, a seconda del punto di vista da cui lo si legge, si possono assorbire diversi insegnamenti e concetti. Ciò che Murakami sembra volerci dire è che la mancanza di un significato vero della vita è probabilmente una condizione che ci accomuna e forse solo liberandosi dalle dinamiche dell’ ordinario è possibile trovare qualche significato dell’assurdità dell’esistenza.
Consigliato soprattutto a chi preferisce i romanzi che fanno sorgere spontaneamente numerose domande, “Kafka sulla spiaggia” , libro che non si fa svelare tutto in una volta ma che lascia la libertà al lettore di poterne interpretare svariate sfaccettature, riesce a fondere la ricerca interiore dei personaggi con la ricerca estetica dell’autore, che trova nei luoghi e nelle sfumature della psicologia dei protagonisti il suo terreno di espressione, dando inevitabilmente vita a un’opera di grande fascino e armonia.