La voce a te dovuta
di Eliana Rubinacci IA
La voce a te dovuta è una raccolta di settanta liriche del poeta spagnolo Pedro Salinas, pubblicata nel 1933 a cura di Emma Scoles. Dietro il titolo si cela un emistichio del poeta delle egloghe Garcilaso: “Ma con la lingua morta e fredda nella bocca intendo muovere la voce a te dovuta…”. Salinas lo definisce un “poeta dell’amore umano e insieme il più divino poeta amoroso”: è, infatti, proprio l’amore, che è un amore platonico ed ultraterreno, ad essere l’anima e il cuore di questa raccolta.
L’autore si riferisce ad un “tu”, il quale è o l’oggetto dell’amore o l’amore stesso. Questo viene ripreso dai versi del poeta romantico inglese Shelley: “Tu Meraviglia, e tu Bellezza, e tu Terrore!”. Nell’Epipsychidion Shelley inoltre parla dell’amore come ricerca interiore, di “un’anima all’interno dell’anima”. Non a caso, infatti, l’opera di Salinas è percorsa da una continua ricerca del proprio “io” e della propria interiorità.
La raccolta può essere definita un vero e proprio poema lirico, in quanto è compatta e omogenea dal punto di vista tematico, pur essendo le poesie autonome e indipendenti, ed è intervallata da silenzi, che rappresentano delle pause di respiro.
Salinas attraverso queste poesie cerca il significato dell’amore, esplorando la sua sublimità ed astrattezza e distaccandosi totalmente dalla realtà terrena. Paragona l’oggetto del suo amore ad una luce, che porta salvezza, gioia e sollievo, e ad una creatura celeste, capace di amarlo quanto lui la ama. Egli, però, non trova una definizione o una risposta, forse perché essa è l’amore stesso e la sua inspiegabile forza.
L’amore di cui scrive Salinas è un amore che va “oltre”: non ha limiti né barriere, si trova al di là della persona, dell’anima, del cielo, dell’aria e va oltre il nulla cosmico. Gli innamorati vengono descritti come anime senza corpo, che vagano nel loro infinito amore senza provare alcun pudore nel dichiararsi nell’atto di amare incondizionatamente.
“Sì, al di là della gente
ti cerco.
Non nel tuo nome, se lo dicono,
non nella tua immagine, se la dipingono.
Al di là, più in là, più oltre.
Al di là di te ti cerco.
Non nel tuo specchio
e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre.”
Le poesie nascondono un velo nostalgico e malinconico, narrando anche di assenza, di lontananza, di lunga attesa e del dolore come fonte di ricordo dell’amore e di un passato in cui si è stati felici, come descrivono i meravigliosi versi: “E fino a quando ti potrò sentire,/ sarai per me, dolore,/ la prova di un’altra vita/in cui non mi dolevi./La grande prova, lontano,/ che è esistita, che esiste,/che mi ha amato, sì,/che la sto amando ancora.” Il dolore, dunque, è il desiderio di riprovare l’allegria, che è rappresentata dalla viva presenza della persona che si ama.
Il tempo e il luogo rispecchiano esattamente l’eternità dell’amore. Gli amanti vivono in una dimensione senza tempo e vagano persi nell’aria, come fossero dei “naufraghi dei cieli”.
“La voce a te dovuta” è surreale, emozionante, un fragile ed appassionato inno all’amore. Adatto a coloro che vogliono fare un tuffo nelle emozioni amorose più forti e vere, quelle che permettono al lettore di perdersi ma allo stesso tempo di ritrovarsi.