PKD/Costruttore di Mondi #1: Un libro di fantascienza ci salverà dalle tenebre della Storia
del prof. Lucio Celot
P.K.Dick, L’Uomo nell’Alto Castello (già La Svastica sul Sole)
Su Philip Kindred Dick, tra i massimi scrittori di sci-fi del Novecento, abbiamo già detto qualcosa qui, quando Pausacaffè muoveva i suoi primissimi passi, a proposito di Electric Dreams, una serie tv tutta basata sulle sceneggiature di alcuni racconti di PKD. È arrivato il momento di dedicare maggiore spazio a uno dei più visionari e profetici romanzieri e saggisti del secolo appena passato, morto poco più di quarant’anni fa ma oggi più che mai tornato attuale grazie alla sua riflessione, ma sarebbe meglio dire ossessione, su questioni filosofiche, sociologiche ed esistenziali quali la realtà virtuale, l’Intelligenza Artificiale, la cibernetica, la differenza tra naturale e artificiale, tra corpo e macchina, l’uso della menzogna e del “simulacro” da parte del potere politico. Nell’ultimo ventennio c’è stata una significativa rinascita di studi critici su PKD (di cui si dà sinteticamente conto in calce al presente contributo), il cui destino di scrittore è stato quello di essere stato snobbato e quasi misconosciuto in vita, salvo poi essere “scoperto” quando Ridley Scott girò Blade Runner (1982), il film che ha cambiato per sempre l’immaginario fantascientifico in occidente, tratto dal romanzo di PKD Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968).
Iniziamo questo viaggio attraverso le visioni di PKD da una distopia, L’Uomo nell’Alto Castello, pubblicato nel 1962 e vincitore l’anno successivo del prestigioso Premio Hugo. Edito in Italia per decenni con il titolo La Svastica sul Sole, il romanzo è oggi disponibile con la traduzione letterale del titolo originale, grazie anche alle quattro stagioni della serie tv omonima disponibile su Amazon Prime Video (2015-2019), che ha ulteriormente contribuito a diffondere la conoscenza di PKD.
La storia ci getta immediatamente in una situazione da what if?: siamo nel 1960 e la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dalle forze dell’Asse, la Germania governa su tutta la parte orientale degli USA, il Giappone sulla parte occidentale, quella che si affaccia sul Pacifico; la Zona delle Montagne Rocciose funge da zona neutrale e cuscinetto tra i due territori, in piena guerra fredda per la conquista dell’intero pianeta. La vicenda è corale e ruota attorno ad un complotto organizzato dopo la morte di Bormann (a sua volta succeduto a Hitler, che non si è suicidato nel bunker berlinese ma è morto di sifilide) dal nuovo cancelliere del Reich, Joseph Goebbels, giunto al potere dopo avere sconfitto le cordate concorrenti di Heydrich (il boia di Praga), Göring, Seyss-Inquart e von Schirac: Goebbels, a capo di una Germania avanzatissima sul piano tecnologico che si appresta alla conquista dello spazio dopo Luna e Marte, vuole provocare un incidente di confine con gli stati occidentali in modo da potere dichiarare guerra al Giappone e neutralizzarlo con l’uso di armi nucleari. È in questo contesto che si muovono i personaggi del romanzo, Childan, il mercante d’arte (contraffatta) con pulsioni razziste, Juliana, l’eroina della storia, appassionata di filosofia orientale, Joe, il sicario nazista sotto false spoglie, Tagomi, il mistico giapponese, Baynes, spia tedesca che tenta di contrapporsi a Goebbels, Frank Frink, l’artigiano ebreo-americano con velleità d’artista. Le loro storie, apparentemente slegate, si intrecciano a distanza e tutte avranno un ruolo nel tentativo si sventare il complotto. Inoltre, nel mondo immaginato da Dick, uno scrittore sovversivo di cui i nazisti vogliono la morte, Hawtorne Abendsen, ha scritto un libro che si intitola La cavalletta non si alzerà più (The Grasshopper lies heavy), un romanzo proibito nella zona tedesca e in Europa poiché immagina un mondo in cui americani e inglesi hanno vinto la guerra…qual è la vera realtà? quella vissuta o quella scritta? Il colpo di scena finale è decisamente spiazzante, in puro stile dickiano.
Dunque, agli inizi degli anni ’60 Dick scrive un romanzo distopico (The man in the high castle) in cui uno scrittore (evidentemente, alter ego dello stesso Dick) scrive un romanzo distopico (The Grasshopper lies heavy): ma sarebbe sbagliato pensare che ci troviamo di fronte alla solita storia “controfattuale”, ad un mero esercizio di “fantasticheria pseudostorica” (come scrive Carlo Pagetti), perché anche La cavalletta racconta di un mondo che non è quello che conosciamo noi e che studiamo sui libri di storia; senza entrare nei dettagli, basti sapere che tra Impero britannico e USA (i vincitori della guerra nel mondo parallelo dentro il mondo parallelo) si svolge un’altra guerra fredda (l’URSS se la sono spartita tra di loro) per la conquista dell’Asia, al termine della quale un’Inghilterra fascista, razzista e imperialista sconfigge gli USA e diventa la padrona incontrastata del globo. Due linee temporali, quindi; due Nebenwelt, mondi paralleli e rovesciati tra cui la scrittura di Dick si muove per guizzi discontinui, con improvvisi cambiamenti del punto di vista e numerosi monologhi interiori, non per magnificare il mondo “vero” (che rappresenta la terza linea temporale, la “nostra”, mondo a sua volta parallelo) ma, anzi, per sottolineare i disastri compiuti dalle ideologie novecentesche. Perché, a leggere tra le righe di questo straordinario romanzo, in nessuna delle tre linee temporali il mondo è pacificato: sterminio di massa, pulizia etnica, guerre fredde, propaganda ideologica, conflitti, razzismo, uso del nucleare, imperialismo, campi di concentramento e politiche di controllo caratterizzano comunque la Storia del Novecento, da qualunque ucronia vogliamo guardarla (anche da quella di un americano degli anni ’60 come Dick, che aveva esultato per l’elezione di JFK e andò in depressione dopo l’assassinio del Presidente a Dallas nel ’63). Insomma, disperazione ovunque si guardi, dice lo sconsolato Tagomi.
L’uomo nell’alto castello è un gioco di scatole cinesi: una Storia nella Storia, un libro nel libro. Anzi, due libri in un libro, perché tutti i comprimari di questa vicenda così complicata ricorrono, nei momenti di difficoltà, all’oracolo de I Ching, il testo divinatorio noto anche come Libro dei Mutamenti, composto a partire dal decimo secolo a.C., che fornisce le proprie risposte attraverso una serie di figure, dette esagrammi, accompagnate da enigmatici oracoli da interpretare (di seguito, un esempio di esagramma, costituito da linee intere e spezzate, il cui significato cambia a seconda della posizione che occupano):
Dick, come si sarà capito, è un abilissimo costruttore di mondi, prevalentemente distopici perché l’essere umano non cambierà certo in meglio, anzi il futuro sarà sempre peggiore del presente a causa della progressiva perdita di empatia che ridurrà gli uomini a macchine folli. E, tuttavia, i protagonisti del romanzo, uomini così piccoli davanti alla grandiosa malvagità della Storia, sanno che spetta proprio a loro mettere in atto ogni possibilità di cambiare le cose, anche quando questa appaia insufficiente e ridicola: Il tremendo dilemma delle nostre vite. Qualsiasi cosa succeda, è male al di là di ogni confronto. E allora perché lottare? Perché scegliere se le alternative sono sempre le stesse? Noi possiamo solo controllare la conclusione compiendo la scelta a ogni passo. Possiamo solo sperare. E tentare.
P.K.Dick, La Svastica sul Sole, Fanucci 2019 (è l’edizione più recente).
Letture critiche:
L.De Feo, P.K.Dick. Dal corpo al cosmo, Cronopio 2001;
A.Caronia, PKD. La macchina della paranoia. Enciclopedia dickiana, Agenzia X 2006;
S.Suozzi, “La volontà di fare la cosa giusta. Il futuro distopico di PKD”, in https://www.academia.edu/27127492/La_volontà_di_fare_la_cosa_giusta_Il_futuro_distopico_di_Philip_K_Dick_in_C_Altini_a_cura_di_Utopia_Storia_e_teoria_di_unesperienza_filosofica_e_politica_Bologna_Il_Mulino_2013_pp_365_394 (ultima consultazione: 9 aprile 2024);
S.Carducci e A.Fambrini, PKD. Tossine metaboliche e complessi illusori prevalenti, Mimesis 2021;
C.Pagetti, Il mondo secondo PKD, Mondadori 2022;
AA.VV., Il fantasma della verità. Quarant’anni con PKD, Agenzia X 2023
Biografie:
L.Sutin, Divine invasioni. La vita di PKD, Fanucci 2018;
E Carrère, Io sono vivo, voi siete morti. Un viaggio nella mente di PKD, Adelphi 2022
Per una comparazione tra libro e serie tv:
M.Gusso, “Note sui mondi paralleli in The man in the high castle di PKD e nell’omonima serie televisiva”, in
https://www.academia.edu/44873048/Note_sui_mondi_paralleli_in_The_Man_in_the_High_Castle_di_Philip_K_Dick_1962_e_1974_e_nell_omonima_serie_televisiva_2015_2019_Invenzioni_sul_totalitarismo_applicate_alla_Science_Fiction_con_qualche_osservazione_sui_Nebenwelten_di_ispirazione_nazista (ultima consultazione: 9 aprile 2024)