Quando il serial killer viaggia nel tempo – Shining Girls (USA, 2022)

del prof. Lucio Celot

Il Tempo, si sa, è oggetto misterioso che da sempre affascina scienziati, filosofi, scrittori, sceneggiatori e chiunque si fermi un attimo a riflettere sugli enigmi dell’esistenza e del cosmo; e l’impossibile corollario di questo mistero, il Viaggio nel Tempo, è uno degli elementi che fondano l’immaginario fantastico (nel senso più lato possibile) della civiltà occidentale. Nessuna meraviglia che la letteratura di ogni tempo e il cinema abbondino di racconti che fantasticano sulla possibilità di scorrazzare avanti e indietro lungo la linea del tempo giocando con i paradossi temporali: da H.G.Wells (La macchina del tempo, 1895) a Twain (Un americano alla corte di re Artù, 1889), da Asimov (La fine dell’eternità, 1955), fino a King (22/11/63, 2011) per non parlare della trilogia cinematografica di Back to the Future di Zemeckis (1985-1990) o L’esercito delle dodici scimmie di Gilliam (1995, a sua volta ispirato a La Jetée di Chris Marker), sulla pagina e sullo schermo non si contano gli scienziati più o meno pazzi, i nerds o i malcapitati che loro malgrado si trovano scaraventati in altri tempi e dimensioni.

 Shining Girls declina il tòpos della “cronoavventura” nella forma della crime story, con qualche pretesa di scientificità e qualche passaggio nello script non proprio chiarissimo, dovuto anche alla complessità della trama: a tenere assieme una storia che richiede allo spettatore attenzione a pazienza c’è Elisabeth Moss con un’altra delle sue eroine contemporanee cui ci ha abituato nell’ultimo quindicennio (Mad Men, Top to the Lake, The Handmaid’s Tale) e che le hanno valso decine di candidature agli Emmy e ai Golden Globe. Kirby Mazrachi, archivista di un giornale locale nella Chicago negli anni ’90 (e dunque: niente internet e niente cellulari), indaga insieme a Dan, giornalista che deve rifarsi una credibilità a causa del demone dell’alcol, su un serial killer il cui modus operandi ricorda l’aggressione subita dalla stessa Kirby sei anni prima. Ciò che rende spaesante e intrigante la narrazione di questo cold case è la dimensione temporale che muta continuamente attorno a Kirby, generando nella protagonista (e a noi insieme a lei) una condizione di alienazione e estraniamento che conferisce ad ogni sequenza il carattere dell’inaffidabilità e solleva il dubbio: Kirby sta soffrendo ancora di uno stress post-traumatico a seguito dell’aggressione che la porta a perdere contatto con la realtà o sta effettivamente succedendo qualcosa nel tessuto temporale del reale? Davvero Kirby è convinta di avere sposato Markus in un’altra linea temporale? D’altra parte, perché ci appare con acconciature sempre diverse? Perché ha difficoltà a riconoscere il proprio posto di lavoro? La risposta sta nella storia del serial killer Harper Curtis (Jamie Bell), che nel passato, durante gli anni della depressione, trova casualmente una sorta di “snodo temporale” da cui entrare e uscire a piacere per modificare gli eventi passati e futuri: tra lui e Kirby esiste una sorta di legame (un’astrofisica minacciata di morte da Harper tenta una spiegazione in termini di meccanica quantistica…), per cui ad ogni azione del killer su una linea temporale si verifica un cambiamento nella realtà di Kirby. Insomma, senza volerne dire di più, la trama non è per chi è abituato a fruire distrattamente della tv seriale ma richiede addirittura una sorta di immedesimazione cognitiva nei personaggi per superare l’impressione iniziale di stare assistendo ad un thriller soprannaturale.

Shining Girls è l’ulteriore conferma della scelta di Apple TV+ di puntare su prodotti di qualità e su produzioni di tutto rispetto: qui c’addirittura lo zampino di Leonardo di Caprio che ha acquistato i diritti del romanzo di Lauren Beukes innestandolo sul tema sempre drammaticamente attuale del femminicidio (è il primo delitto a scatenare le pulsioni di Curtis, conseguenza del fatto che la donna con cui ha una relazione lo vuole lasciare).

Memoria, percezione di sé e del mondo, coscienza della propria identità: tra certezza e indeterminazione, realtà e atmosfere oniriche, ragione e dubbio, Shining Girls affronta questi temi procedendo con lentezza, senza particolari plot twists, sottolineando con intensi primi piani lo sguardo spaesato e alienato di Elisabeth Moss, bravissima nell’esprimere col linguaggio del corpo una psiche che ha del tutto perduto i riferimenti percettivi della quotidianità ma si sforza di non darlo a vedere: e davvero possiamo dire che la prova della Moss è da shining girl, autentica stella di prima grandezza nello sterminato universo della complex tv.

 

Shining Girls (id.)

Stagione 1 (ep.1-8)

Distribuzione: USA 2022. Disponibile su Apple TV+

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