Se la scienza è speranza
di Fernanda Castiglione (Vc, a.s. 2020/2021)
SARS-CoV-2
30 gennaio 2020, la sindrome respiratoria entra per la prima volta in Italia. Il Governo dichiara stato di emergenza.
Poco più di trecentosessantacinque giorni dopo, il nuovo coronavirus non è stato debellato, probabilmente non lo sarà per molto tempo.
Inizio dicembre 2020, Margaret Keenan, donna di 91 anni, è la prima ad essere vaccinata. E poco più in là, il 27 dicembre, in Italia, è iniziato il piano nazionale di vaccinazione.
Il vaccino. Il concetto di vaccino fu creato dopo un’elementare osservazione, durante epidemie di peste; fu osservato che chi aveva già patito un morbo, avesse meno probabilità di esserne colpito una seconda volta. Il termine deriva dal latino vacca, o dal relativo aggettivo vaccinus, perché negli ultimi anni del Settecento, Jenner notò che le vacche contraevano il vaiolo e dunque guarivano, senza contrarre mai il vaiolo umano. Dopo questa osservazione vaccinò un bambino con del materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino, e nel bambino la malattia non si ripresentò. Dalla fine del Settecento ad oggi le tecniche di vaccinazione sono naturalmente cambiate.
Da circa un anno, non facciamo che parlare di quando e come il nuovo virus potrà un giorno essere debellato. Giugno 2020, un piano vaccinale è lontano, ma relativamente vicino. Sviluppato in circa sei mesi, grazie alla ricerca, alla scienza e al progresso. Forse, anche un po’ grazie alla speranza. Dicembre 2020, il popolo italiano stenta quasi a crederlo, ma finalmente, il vaccino è stato rilasciato. Il popolo italiano stenta quasi a crederlo, perché è una notizia meravigliosa. Fin troppo, per una parte del volgo.
Parte del popolo diventa diffidente, perché “chi sa effettivamente cosa c’è dentro”?
18,4%: percentuale di fumatori in Italia. Una sigaretta contiene una quantità sconosciuta di arsenico, definito come elemento chimico velenoso, metallo di colore argenteo, fragile, tossico. Contiene anche altre numerose sostanze, in quantità non definita, nocivi, come il furano, l’ossido di etilene, ed altri. Non c’è intenzione di deplorare con insistenza coloro che hanno scelto di fumare. Solo di analizzare i dati che i cittadini hanno a disposizione.
Non c’è stato, di fatto, un solo decesso correlato alla somministrazione del vaccino. È stato sviluppato più velocemente poiché le fasi della creazione del vaccino sono state eseguite con tempistiche diverse. Le fasi sono tre:
la prima è identificare la dose massima sicura da poter somministrare per non far risultare il farmaco tossico, la seconda è definirne l’attività contro la malattia, controllare che il farmaco la tenga sotto controllo e non la faccia sviluppare, la terza è finalizzata a valutare il beneficio per i pazienti. Essendo tuttavia la situazione di massima emergenza, le tre fasi sono state eseguite in modo parallelo, mentre (nella realizzazione di altri vaccini) sono sempre state eseguite in modo “distinto e separato”, ed è questo il punto dove si focalizzano le differenti domande. Tuttavia, se ci fosse stato un rischio, sarebbe emerso durante la realizzazione stessa del vaccino, e in quel caso la sperimentazione sarebbe stata annullata. Inoltre, se la realizzazione di un vaccino impiega ordinariamente circa cinque anni, è anche e soprattutto a causa di aspetti di cui sappiamo poco e niente, di aspetti burocratici, della distribuzione da parte di diverse case farmaceutiche, e varie.
Ogni piccola problematica è sempre verificata, analizzata, risolta, se ritenuta un pericolo.
Quindi in conclusione, no. Neanche quest’anno nessuno potrà sorprendentemente attuare ancora la tecnica del teletrasporto o tradurre le versioni di greco senza sapere l’aoristo.
Brava Fernanda! Chiara e lapidaria.
Grazie mille professoressa, sono contenta le sia piaciuto!
bravissima fernanda, lettura piacevole
bravissima cronaca chiara e piacevole da leggere
grazie tante professoressa!