I Classici da rivedere #8 Non date da mangiare alle piante!!! – La Piccola Bottega degli Orrori (R.Corman, 1960)
del prof. Lucio Celot
Piccolo gioiello di black humour e comicità demenziale, The Little Shop of Horrors è la pellicola che ha fatto spiccare il volo alla carriera di Roger Corman, regista, produttore e attore, nume tutelare dei B-movies dell’orrore per quasi un trentennio, dalla metà degli anni ’50 fino agli inizi degli ’80. Corman e la sua factory (la casa di produzione AIP) hanno prodotto i famosi film basati sui racconti di Edgar Allan Poe con Vincent Price (Il pozzo e il pendolo, La maschera della morte rossa), lanciato un attore del calibro di Jack Nicholson, registi come Coppola e Scorsese e segnato la storia del cinema mainstream.
Corman era famoso perché riusciva a girare in pochissimo tempo film popolari a basso budget (fino a nove in un anno) i cui introiti consentivano alla casa di produzione di investire in film più impegnativi e costosi (per inciso e per chi non lo sapesse, l’espressione B-movie si riferisce non alla qualità dei prodotti, spesso di altissimo livello, ma alla quantità di denaro investito). Non fa eccezione La piccola bottega che, secondo le stesse parole di Corman, è stato girato in due giorni, utilizzando un set dismesso (Il secchio di sangue dello stesso regista) il cui periodo di affitto non era ancora scaduto: Corman, per sfruttare fino in fondo il denaro speso, utilizzò la settimana che gli era rimasta per fare scrivere la sceneggiatura a Charles Griffith, provare per tre giorni con gli attori e girare. Risultato: un film di poco più di un’ora che ebbe un successo di pubblico clamoroso, ispirò un musical a Broadway, un remake nel 1986 girato da Frank Oz, una serie animata e un fumetto (qui un articolo che ripercorre tutta la storia del film e dei suoi adattamenti).
La storia è quella di Seymour, commesso nel negozio di fiori del signor Mushnik, sull’orlo del licenziamento a causa della sua goffaggine: per non farsi cacciare, Seymour promette che farà la fortuna del negozio esponendo e prendendosi cura di una particolare pianta che ha acquistato da un mercante cinese. La pianta, però, non solo parla e può controllare le menti degli umani ma si nutre esclusivamente di sangue e Seymour può mantenere la promessa soltanto fornendo cibo fresco all’insaziabile vegetale…
Film di impianto teatrale (pochissime le sequenze girate in esterni, tra cui quella dell’inseguimento finale), mix riuscito di commedia e horror, racconto morale sugli effetti a volte nefasti della volontà di riscatto sociale nonché rilettura demenziale del mito di Faust, The Little Shop deve la sua fortuna al senso di assurdo e all’atmosfera surreale che permeano tutto il racconto. A parte l’improbabile pianta carnivora e parlante, è la clientela di Mushnik a contribuire in primis al senso di comico straniamento del film: c’è il cliente che ha l’abitudine di mangiare fiori, l’anziana signora che ogni giorno ha un lutto in famiglia e cerca di risparmiare sull’acquisto dei fiori, il dentista sadico che gode nel curare i propri pazienti senza anestesia, per non parlare dell’anziana madre di Seymour, ipocondriaca maniacale che offre medicinali al posto dell’aperitivo e del cibo. L’unica “normale” sembra essere Audrey, l’altra commessa del negozio, di cui Seymour è innamorato e a cui dedica il nome della pianta, “Audrey junior”; da segnalare, inoltre, un giovanissimo Jack Nicholson nella parte del paziente masochista del dentista.
Ingenuo nelle battute e nella gags, costellato qui e lì da errori di ripresa (i controcampi durante i dialoghi), La piccola bottega si fa amare proprio per la sua mancanza di pretese e perché è esattamente ciò che vuole essere e nulla di più, puro intrattenimento mainstream all’insegna del risparmio e del divertimento del regista e degli attori. Insomma, non certo un capolavoro ma un film che con i decenni ha acquisito lo statuto di cult e che piace rivedere anche per ricordare, con un po’ di nostalgia, che c’era un tempo in cui si faceva cinema con pochi soldi, poco tempo e pochi mezzi ma con grande entusiasmo e molte idee.
La Piccola Bottega degli Orrori (The Little Shop of Horrors)
Regia: Roger Corman
Distribuzione: USA 1960 (b/n, 70 min.)