Indagine sul lato oscuro di Laketop – Top of the lake (Australia, Nuova Zelanda, UK, 2013)

 

del prof. Lucio Celot

Scritta, prodotta, girata da Jane Campion (premio Oscar 1994 per Lezioni di piano); attrice protagonista Elisabeth Moss, comprimaria Holly Hunter (Oscar come migliore attrice protagonista nello stesso film della Campion, di cui la Hunter è ormai una sorta di alter-ego cinematografico): con queste credenziali la serie crime Top of the Lake (girato dalla Campion come un film di 350 minuti) non poteva deludere le aspettative di chi si attendeva una storia di donne portate a situazioni-limite. E così è: la prima stagione (la seconda è rimasta inedita in Italia) racconta una storia di provincia dentro una provincia del mondo, una Nuova Zelanda ritratta nei suoi paesaggi selvaggi e grandiosi, in cui la condizione femminile è rappresentata in molteplici sfaccettature attraverso le donne di ogni età e provenienza sociale coinvolte in una torbida vicenda di incesti, pedofilia e traffico di droga.

A Laketop la dodicenne Tui viene salvata da un tentativo di suicidio: si scopre che la ragazzina è incinta. A indagare viene chiamata la detective Robin Griffin (Elisabeth Moss), tornata a Laketop dopo diversi anni per assistere la madre malata terminale: anche lei ha subito quando era più giovane uno stupro, i cui responsabili non sono mai stati puniti dalla legge; anzi, uno di loro circola ancora liberamente a Laketop sebbene non si ricordi più di Robin. La cittadina sembra essere dominata dall’influenza torbida e ambigua di Matt Mitcham (un grande e feroce Peter Mullan), padre della piccola Tui e di altri tre fratelli, tra cui Johno, ex fidanzato di Robin; inoltre, a Paradise, una località di proprietà dello stesso Matt, si è insediata una comunità di recupero tutta femminile guidata da G.J. (Holly Hunter), una sorta di santona cui si rivolgono donne con storie di violenza alle spalle alla ricerca di una personale liberazione dai propri fantasmi. Quando Tui scompare nei boschi attorno a Laketop, Robin si troverà a svolgere un’indagine che scoperchierà un autentico vaso di Pandora di corruzione e illegalità in cui è coinvolto anche un detective della polizia locale.

Ancora la provincia, ancora l’apparente immobilità della dimensione suburbana, ancora il marcio che si annida dietro la falsità e l’ipocrisia della middle-class: Laketop è la versione neozelandese di Twin Peaks (un personaggio cita Blue velvet, il libro da cui Lynch ha tratto l’omonimo film…), in cui nulla è come sembra e tutti sono sospettati perché tutti hanno piccoli e grandi scheletri nell’armadio tenuti ben nascosti. In uno scenario naturale mozzafiato e quasi leopardiano, imponente e del tutto indifferente alle violenze perpetrate dagli uomini, la detective Griffin, ancora alle prese con lo stress post traumatico dello stupro subito e mai punito, si trova di fronte ad un muro di silenzi e ambiguità enfatizzato da un ambiente rozzo e sessista in cui una donna “di potere” come lei viene ostacolata e sminuita con ogni mezzo dai maschi alfa che la circondano. Allo stesso modo, le donne della comunità di Paradise devono, in più di un’occasione, affrontare la violenza verbale di Matt, padre-padrone che vede minacciata la propria autorità e i propri loschi traffici.

Sarebbe riduttivo, in ogni caso, leggere Top of the Lake semplicemente come un apologo post-femminista attraverso la contrapposizione matriarcato/patriarcato. La protagonista, Robin, si trova in realtà a svolgere una doppia indagine, non solo sulla scomparsa di Tui ma anche su se stessa, nel momento in cui ritorna, suo malgrado, in un luogo ancora pieno di fantasmi con cui fare definitivamente i conti; anche la relazione che riallaccia con Johno è complessa e ambigua, piena di dubbi e sospetti circa il ruolo che l’uomo avrebbe avuto nello stesso stupro di Robin. A rendere instabile la condizione psicologica della detective è anche la situazione della madre, ormai in fin di vita, con cui Robin ha, evidentemente, un rapporto irrisolto. La stessa G.J., misteriosa ed enigmatica nelle risposte che dispensa, alla fine rifiuta il proprio ruolo di capo spirituale della comunità di Paradise nell’intento di spingere le altre donne a essere libere attraverso la ricerca interiore, a trovare la propria autonomia ed emancipazione dentro se stesse: in fondo, lo stesso percorso che affronta Robin tornando, suo malgrado, a Laketop.

Insomma, una crime story che va oltre il genere codificato utilizzandolo come metafora di un più ampio itinerario di rinascita esistenziale, femminile e non solo.

 

Top of the lake (id.), Australia, Nuova Zelanda, UK 2013

Stagione 1 (ep.1-6)

Distribuzione: Sky Atlantic

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