Orange is the new black
di Sveva Celaia V B
L’8 novembre 2016 è stato eletto come presidente degli Stati Uniti d’America una persona che ha il nome simile al celebre fast food “McDonald”: Donald John Trump. La sua vittoria può essere stata una sorpresa quanto un fatto scontato. Un po’ tutti siamo stati tratti in inganno dalle statistiche che riportavano come schiacciante la vittoria di Hillary Clinton, ma non è andata così. I dati raccolti, però, non erano del tutto sbagliati.
Il sistema elettorale statunitense è indiretto, ovvero il Presidente non viene scelto dai cittadini, ma da 538 “grandi elettori” riuniti a Washington, rappresentanti di ciascuno Stato, che andranno a nominare, formalmente, il nuovo presidente. E’ un sistema complesso e difficile da spiegare, quindi non ci soffermeremo su questo aspetto, ma sul lavoro che Trump ha fatto nei suoi primi giorni da Presidente.
Appena insediato alla Casa Bianca il 20 gennaio 2017,purtroppo, non rimane con le mani in mano.
Uno dei primi incontri di Trump è stato con i grandi produttori di automobili. Durante il meeting, egli ha affermato di essere un ambientalista, ma che troppa cura dell’ambiente è pericolosa, dice infatti di voler “riportare le industrie negli Stati Uniti” e che con “meno regole il business sarà più facile”!
Critica, inoltre, la NATO definendola “obsoleta”, la decisione della Merkel sugli immigrati e l’Unione Europea sottomessa dalla Germania, che rischia altre uscite. Non accetta l’accordo sul nucleare iraniano e salva soltanto la Brexit. Nell’incontro con la premier inglese Theresa May, ha elogiato la decisione della Gran Bretagna: “Avrete la vostra identità e le persone che vorrete nel vostro Paese,inoltre potrete fare accordi commerciali liberamente senza che nessuno vi guardi”. La May, infatti, ha affermato : “Dobbiamo ridare prosperità ai nostri popoli. Sia lei che Trump puntano ad una politica che vorrebbe rendere i loro paesi indipendenti, in grado soddisfare il proprio fabbisogno da soli e facendo diventare le piccole e medie imprese un grande business.
Trump ha approvato un ordine esecutivo per destinare fondi federali alla costruzione di un muro sul confine con il Messico. Esso, però, dovrebbe essere pagato anche dai Messicani, i quali si rifiutano di farlo. Peña Nieto, il presidente messicano, ha continuato, quindi, a portare avanti la scelta sua e del popolo e ciò ha portato alla cancellazione dell’incontro tra i due presidenti. Trump, infatti, aveva imposto a Nieto un out out: o pagare il muro o niente conferenza.
Significativa la risposta di un messicano: ”Per quanto il muro sarà alto, io troverò sempre una scala in grado di superarlo per passarci oltre”.
Un’altra collisione si è avuta con l’Australia. Il terreno di scontro è stato l’accordo stipulato tra i due paesi dall’ex presidente Obama che permetteva l’ingresso sul suolo americano di 1250 rifugiati che si trovano in Australia. La telefonata con il premier Turnubull è stata tesa ed è durata solamente venticinque minuti, invece di un’ora.
“Ci credete? L’amministrazione Obama ha acconsentito a prendere migliaia di immigrati illegali dall’Australia. Perché? Studierò questo stupido accordo”, aveva scritto su Twitter Trump intorno a mezzanotte.
Tra i suoi più recenti incontri vi è quello con il presidente del Giappone Shinzo Abe, con il quale ha definito degli accordi commerciali e anche militari a difesa del Paese del Sol Levante che è sempre più minacciato dalla Nord Corea. Quest’ultima,infatti, pochi giorni fa, ha lanciato un missile capace di contenere una testata nucleare vicino le acque Giapponesi.
Ultimissimo incontro tenuto del presidente americano è stato quello con Netanyahu, premier israeliano, durante il quale è stata ribadita la cooperazione tra i due stati. Il presidente americano promette la pace, proponendo di avviare trattative e compromessi per creare un unico stato tra Israele e Palestina.
In politica interna l’uomo chioma fluente non si trattiene.
Egli ha firmato l’ordine esecutivo di ridurre i costi della riforma sanitaria Obamacare, voluta dall’ex presidente,che tentava di ampliare la copertura offerta ai cittadini, essendo il sistema sanitario USA prevalentemente di natura privata.
Poco dopo la fine del giuramento da presidente, sono completamente scomparsi tutti i riferimenti, anche indiretti, alle problematiche della comunità Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Non esiste una singola menzione della parola “gay”, “lesbica” o “transgender” sull’attuale sito della Casa Bianca. Tutto ciò sempre per “tutelare” i diritti di “tutti i cittadini”…
Il neopresidente non si ferma qui, procede all’annullamento del TTP,(Trans-Pacific Partnership) un accordo di libero scambio tra 11 paesi del Pacifico.
Essendo lui un “ambientalista”, dà il via alla costruzione degli oleodotti Dakota Access e Keystone XL che Obama aveva bloccato. Essi dovrebbero attraversare vari Stati, soprattutto quelli del nord, dove è stanziata la popolazione dei Sioux, un gruppo etnico nordamericano, che vive da sempre in quei territori e che si opporrà alla costruzione di questi colossi che potrebbero danneggiare permanentemente l’ambiente.
Trump ha anche firmato un accordo che vieta i finanziamenti alle ONG (Organizzazioni Non Governative) che praticano l’interruzione della gravidanza.
Un argomento che è stato oggetto di moltissime discussioni e critiche è la decisione dell’amichetto di Putin di bloccare l’ingresso negli USA di persone che hanno la cittadinanza in sette paesi di maggioranza mussulmana per affrontare il terrorismo. Questo provvedimento è stato, fortunatamente, bloccato dalla Corte d’Appello di Washington.
L’ ordine esecutivo comportava un divieto di entrata e una revisione dei diritti di soggiorno per le persone provenienti dall’ Iraq, Siria, Yemen, Libia, Somalia, Sudan e Iran.
E’ davvero straordinaria la mente umana: quanti sbagli che si commettono in pochi mesi! Ritengo che ragionare sempre per stereotipi sia un errore madornale. Molti dei terroristi sono nati e cresciuti nei paesi dove sono stati fatti gli attentati. Caro Trump, se vuoi proteggere gli USA, preoccupati soprattutto del terrorismo interno, provocato spesso da persone che sono nate e cresciute sul suolo americano.
Molti “grandi” dell’economia statunitense hanno sfidato Trump. Starbucks, titolare della famosa catena di caffetterie, è stato tra i primi a dichiarare che avrebbe assunto 10.000 rifugiati, rispondendo così al blocco. Ma non è stato l’unico colosso a ribellarsi: Google ha, infatti, stanziato un fondo da 4 milioni di dollari per gli immigrati e i rifugiati colpiti dalla misura restrittiva.
Il provvedimento “volto a proteggere gli americani” è una limitazione della libertà, delle idee e della cultura delle persone e non lo accetto. Alcune persone mi hanno detto che dovrei rispettare le idee degli altri anche se sono completamente diverse dalle mie, ma io non rispetto quelle che limitano o negano la libertà di un qualsiasi essere vivente. Non è accettabile che a qualcuno siano tolti i propri diritti solo perché rientra in uno stereotipo o è diverso.
In questi giorni a scuola abbiamo riflettuto sul significato del termine legalità e abbiamo appreso che questo principio afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge. Coloro che detengono il potere pubblico, quindi, devono compiere azioni in base a ciò che è ritenuto lecito in un paese. Trump ha affermato, durante il suo discorso post-vittoria, che sarebbe stato il presidente di tutti gli americani. Anche degli immigrati e di coloro che amano persone dello stesso sesso? Essere il presidente di un’intera nazione significa essere a capo di un popolo costituito da persone diverse nella cultura, nel pensiero e nelle idee.
Perché Trump è stato eletto e perché moltissimi lo sostengono?
Egli si è rivolto durante la sua campagna elettorale, soprattutto a quel ceto medio che negli Stati Uniti era quasi decaduto. A differenza della Clinton, che ha alle sue spalle una carriera politica, Trump è solo un tycoon ( un magnate) e si esprime in modo molto più diretto e con termini meno forbiti della sua avversaria. La vittoria di Hillary, d’altronde, avrebbe portato ad un serio conflitto con la Russia. Trump, infine, viene ritenuto un vero leader, carismatico. Sarebbe un ottimo Presidente se non avesse delle idee tremende. Uno dei principi base degli Stati Uniti, emanato durante la dichiarazione di indipendenza, è la felicità dei cittadini, ma io non la vedo in tutti.