Storie di salamandre: “cantante dei poveri”
da qualche parte
lì tra gli spalti
tra i sedili ed i drappi
sarai avvolto tra le sue braccia
nel dolce desio d’amore
e io mi avvinghio al palco.
recito la regina della notte
per convincere la platea d’un cuore duro
ma un piccone può generare un rubino.
volevo cantare un’ode:
ma ho un nodo nella gola
e…
una rete intessuta di memorie addolorate.
ma io ormai ho fatto un passo avanti
verso il pubblico
e una luce vedo;
ho un riflettore puntato
come un’arma bianca del destino;
ancora una volta mi spoglio:
nudi i miei sentimenti,
baccanali istinti e tetri pensieri
poesia che ho scritto a teatro perché lui ha portato lei con se e questa cosa mi da fastidio aaaaaa
però lo giuro, io sono andatx oltre davvero a me non frega più niente cosa te lo fa pensare che a me interessi qualcosa? sei tu che sei cieco a me non interessa proprio ahah