vorrei spostarti nel cestino.

dovrei spostarti nel cestino e non parlo solo di quello virtuale sul computer; intendo un vero
cestino, tipo quello dell’indifferenziata. Nah, per quanto sei tossico è meglio portarti
direttamente ad un’isola ecologica.

non più nello spasmodico istante

ma nella rarità di un momento

il pensiero ti vola rondine:

quando nel prato dell’immenso

zeus pascola le pecore purpuree,

segrega l’oro del cielo a ponente

e negli ultimi spasmi di sole

prepara l’ingresso alle tenebre

stendendo un tappeto cobalto.

 

è in quel momento,

quando l’orizzonte è liquido

e il cielo è plumbeo,

che il sorriso si scioglie in lacrime

e memore dell’erotico dolore

mi ricordo di te.

 

Eheh, questa è una poesia – l’ennesima – che ho scritto pensando a… grrr! Però è molto
importante questo scritto per me, perché sono riuscita a raffigurare al meglio il momento
della giornata in cui il suo nome mi torna alla mente come una eco non molto lontana.
Onestamente sono anche abbastanza soddisfattx. Che poi il modo in cui associo i nostri
ricordi al tramonto avviene in una maniera per niente convenzionale, perché non è per il
momento in se del sole che va a dormire come a raffigurare il declino di una storia d’amore:
sono proprio i colori del cielo che mi riportano a degli istanti ben precisi che ho vissuto con
quella persona, come se il passato oppure il suo nome avessero proprio quei colori.
Comunque basta, mi sono stufatx di essere sdolcinatx, adesso tornate a piangere sulle
vostre relazioni fallite o su quelle che non avrete mai e lasciatemi in pace, sciò.

-luxmonke22

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