Dentro i segreti di Perdido, Alabama – M.McDowell, Saga di Blackwater
del prof. Lucio Celot
Michael McDowell (1950-1999), scrittore prolifico anche se poco conosciuto, sceneggiatore, amico e collaboratore di Tim Burton per il quale ha scritto la sceneggiatura di Beetlejuice (1988), è nato in Alabama, una terra da sempre pervasa dalla fascinazione per il gotico e il sovrannaturale che lo ha ispirato nella sua produzione letteraria (il southern gothic) e cinematografica.
Tra il gennaio e il giugno del 1983, dopo una serie di prove che passarono inosservate, McDowell pubblicò un romanzo al mese (in formato paperback, piccolo, facilmente leggibile dappertutto, così volle l’autore) della saga Blackwater, una storia ambientata in Alabama che si dipana per cinquant’anni tra il 1919 e il 1970 e che racconta le vicende di tre generazioni della famiglia Caskey. Fu un successo immediato e clamoroso: la saga piacque moltissimo a Stephen King (tanto che decise anche lui di pubblicare a puntate Il miglio verde) e addirittura George Romero (il regista del capolavoro horror La notte dei morti viventi, 1968) gli chiese di scrivere qualche sceneggiatura per la serie tv Tales from the Dark Side, conosciuta in Italia con il titolo Un Salto nel Buio; successivamente, per Burton, oltre al già citato Beetlejuice, McDowell scrisse anche Nightmare Before Christmas; suo è anche un episodio televisivo di Amazing Stories di Spielberg.
Da più di quarant’anni la saga di Blackwater, con il suo succedersi di nascite, morti, conflitti, matrimoni, separazioni e tradimenti, divenuta un autentico cult, è letta in tutto il mondo; e finalmente, nel 2023, in Italia la casa editrice Neri Pozza ha deciso di riproporre, in libreria e nelle edicole, l’intera opera facendo uscire i romanzi a distanza di quindici giorni l’uno dall’altro in formato tascabile e con delle copertine suggestive e invitanti.
Perdido è una cittadina dell’Alabama che sorge alla confluenza dei fiumi Perdido e Blackwater, due corsi d’acqua impetuosi e pericolosi, in cui è facilissimo annegare e venire trascinati sul fondo fangoso di argilla rossa. La comunità di poco più di mille anime è dominata dalla matriarca della famiglia Caskey, Mary-Love, signora e padrona non solo delle segherie che danno prosperità e lavoro agli abitanti ma, soprattutto, del proprio nucleo familiare, tiranneggiato in modo inflessibile, freddo e autoritario. Il racconto inizia nel 1919 con l’inondazione della città causata dall’alluvione dei due fiumi e con la comparsa di Elinor, una donna misteriosa che sostiene di avere dormito durante l’evacuazione della popolazione e per questo si trova ancora in una stanza dell’unico hotel del paese. Salvata da Oscar, il figlio di Mary-Love, Elinor diventa da subito l’antagonista della matriarca, complice anche la relazione con Oscar che porterà i due a sposarsi e Elinor a entrare a far parte del clan dei Caskey. Mary-Love, e i lettori con lei, capiscono però da subito che Elinor è una creatura solo in parte umana, capace di lampi di violenza e crudeltà, che intrattiene con le acque e la natura del luogo un rapporto misterioso quanto vitale. La tranquilla comunità verrà sconvolta dalla “guerra fredda” tra le due donne; ma i Caskey accumuleranno una fortuna grazie alla conoscenza quasi sovrannaturale che Elinor mostra di avere dei terreni e soprattutto, dei segreti che nascondono le acque paludose dei dintorni; fino alla conclusione, che, con un’immagine che riprende l’incipit della storia, chiude il ciclo vitale di Perdido (ma non quello della famiglia).
Ancora una volta, l’orrore (in verità, più suggerito che mostrato: in quasi millecinquecento pagine sono ben pochi i momenti autenticamente gore/splatter) ha origine nella famiglia, in questo caso in due donne manipolatrici e, sia pure in modo diverso, violente. Mary-Love è la classica donna del sud schiavista e razzista, altera, attenta alla forma e alle apparenze, ingioiellata e preoccupata di essere sempre all’altezza dello status sociale che rappresenta; Elinor è orfana, è un’insegnante ed è arrivata a Perdido in cerca di lavoro (così, almeno, dice); alta, magra, pallida, bella; ha un accento strano e i suoi capelli hanno il colore del fango del Perdido. Quanto Mary-Love è aggressiva, impetuosa e diretta nell’ostentare a Elinor diffidenza se non ostilità, tanto la nuora è un’”attendista”, non perde mai la calma ma aspetta il momento giusto per sferrare i suoi contrattacchi contro l’insopportabile e gelosa suocera. Fino alla sua morte, Mary-Love farà di tutto per mantenere il potere sulla città e la famiglia; poi, i Caskey e l’intera Perdido dovranno riconoscere l’incontrastato dominio di Elinor.
La saga è tutta al femminile: sono almeno una decina le donne ritratte a tutto tondo e protagoniste del mezzo secolo di storia raccontata da McDowell, che va dal primo dopoguerra alla crisi economica degli anni ’20, dal secondo conflitto mondiale fino agli anni ’70 passando per l’epoca delle lotte per i diritti dei neri d’America. Sister, Frances, Miriam, Lucille, Grace, Queenie si contrappongono ai pochi uomini che fanno da comprimari: Oscar, Malcolm, Tommy Lee, James appaiono del tutto incapaci di contrapporsi ai caratteri forti e dominanti delle “signore” di Perdido, in grado di trasformarsi dall’oggi al domani in formidabili imprenditrici, di gestire una ricchezza incalcolabile o di dare vita ad invidiabili e fruttuose aziende agricole.
L’atmosfera gotica del racconto è il punto di forza di una scrittura non particolarmente elaborata, che scorre senza difficoltà ma che riesce a tenere il lettore legato e avvinto allo sviluppo di una trama che dispone con sapienza e al momento giusto gli ingredienti dell’horror, tutti legati alla figura di Elinor: l’improvvisa apparizione durante la piena, le immersioni notturne nelle acque del Perdido e le metamorfosi lasciate all’immaginazione del lettore, il modo efferato con cui “riequilibra” (per usare un eufemismo) le dinamiche sociali nella comunità, le previsioni sulle future fortune della famiglia, il rapporto di complicità con la figlia Frances, la stessa dipartita da Perdido nell’ultima pagina della saga, in cui “tutte le profezie si avverano”.
Sul crinale tra horror e fantasy, un po’ soap opera un po’ Stephen King, Blackwater merita tutto il successo e l’attenzione suscitati nell’ultimo anno (in Francia, nel 2022 è stato un caso editoriale) per il modo originale con cui ripropone un genere, quello del southern gothic, cui hanno dato un contributo di altissima qualità scrittori del calibro di Flannery O’Connor e William Faulkner.
I sei romanzi della saga (pubblicati tutti da Neri Pozza, 2023):
La Piena
La Diga
La Casa
La Guerra
La Fortuna
Pioggia
Il podcast su Spotify: https://open.spotify.com/show/76Shk4JB6am71E04qie73K