La Settima in pillolePrimo piano

L’immensità della notte

del Prof. Lucio Celot

C’è qualcosa nel cielo…

o sono i Rossi pronti all’invasione?

L’immensità della notte (A.Patterson, 2019)

Non è possibile il libero arbitrio

con loro là sopra…

(Mabel Blanche)

Mio Dio, ci sono…ci sono davvero!

(Everett Sloane)

 

Cayuga, New Mexico, vicino al confine meridionale degli States, anni ’50: Fay è una centralinista sedicenne che fa il turno serale nella piccola cittadina, Everett è il fascinoso dj della WTOW, la stazione radio locale. Mentre tutti gli abitanti si trovano nella palestra a seguire la partita di basket della squadra del liceo, Fay capta attraverso le linee telefoniche uno strano e inquietante suono, una frequenza che sembra provenire da molto lontano; lo trasmette a Everett che lo fa ascoltare in diretta alla radio chiedendo agli ascoltatori se sanno di cosa si tratta. Subito arriva la telefonata di un uomo, un afroamericano che si fa chiamare Billy e racconta che lui quel suono lo ha già sentito quand’era militare e fu coinvolto in una missione segreta nel deserto del Nevada (l’Area 51?) che riguardava un misterioso oggetto, simile ad un aereo, interrato in una fossa. Dopo quell’esperienza Billy si è ammalato ai polmoni insieme ai suoi commilitoni, uno dei quali, sconvolto dal suono proveniente dal relitto, ha registrato nel corso degli anni quello stesso “rumore” proveniente da chissà dove (“non è un suono militare”, rimarca Billy). E alcuni di quei nastri si trovano proprio nella biblioteca di Cayuga…Cosa si nasconde dietro il mistero? E perché il figlio della signora Blanche, come racconta la madre, a dieci mesi di vita pronunciava strani versi che lo mandavano in catalessi, fino a scomparire misteriosamente senza lasciare traccia di sé? C’è davvero qualcosa di minaccioso nel cielo della sera di Cayuga?

            Autentico gioiello girato dall’esordiente Andrew Patterson in soli diciassette giorni con un budget ridottissimo, definito “sbalorditivo” dal critico di “Rolling Stone” (qui la recensione), costruito tutto su dialoghi, primi piani e gioco di sguardi, The Vast of Night è un omaggio alla sci-fi degli anni ’50, quelli in cui la minaccia aliena nella finzione costituiva una potente e terrorizzante metafora della realtà della guerra fredda, con tanto di invasione russa perennemente incombente. Riecheggiano nel film di Patterson i classici come L’invasione degli ultracorpi, Ultimatum alla Terra, La Cosa da un altro mondo, documenti del clima di paranoia vissuto dall’americano medio ai tempi della caccia alle streghe di maccartiana memoria. La storia ci viene però raccontata attraverso il filtro di una trasmissione fittizia, “Paradox Theater”, che a sua volta rifà il verso alla celebre serie “Ai confini della realtà” di Rod Serling: attraverso il tubo catodico di un apparecchio televisivo degli anni ’50 in bianco e nero entriamo progressivamente nell’incubo di Fay e Everett, per uscirne subito prima dei titoli di coda. The Vast of Night si fa apprezzare per la capacità del regista, anche sceneggiatore sotto altro nome, di costruire progressivamente, nell’arco di una novantina di minuti in cui tempo della storia e tempo della narrazione coincidono (c’è un lungo piano sequenza degno di tutto rispetto proprio all’inizio del film), un’atmosfera ansiogena e paranoica attraverso voci e racconti, più che attraverso le immagini (gli alieni? i Russi? si “vedono” solo nell’ultimissima sequenza): il montaggio alternato tra l’immobile Everett al microfono della radio e l’affannata Fay alle prese con gli spinotti del centralino è, registicamente parlando, la parte migliore della pellicola per come riesce a restituire in pieno la “psicosi da invasione”. E poi ci sono i nastri e i registratori dell’epoca, su cui Patterson insiste, gli unici strumenti con cui poter documentare la “verità” di quanto sta accadendo in quel luogo solitario del New Mexico, lo stato in cui si è verificato il maggior numero di avvistamenti di UFO e dove nella cittadina di Roswell, nel ’47, sarebbe addirittura precipitato un disco volante con il suo occupante alieno a bordo. A sua volta “oggetto misterioso” nella cineteca di Amazon Prime Video, il film di Patterson è un tuffo retrò nell’immaginario dei B-movies del secondo dopoguerra, quando mezzi e budget risicati venivano compensati da idee brillanti e voglia di stupire. Questo piccolo grande film è un’evocazione da non perdere…

 

L’immensità della notte (The Vast of Night)

Regia: Andrew Patterson

Distribuzione: USA 2019 (col., 91’); disponibile su Amazon Prime Video

 

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