Con Guillermo Del Toro apriamo la mente a tutte le facce dell’horror – Cabinet of Curiosities (USA, 2022)

del prof. Lucio Celot

Serie antologica pensata e prodotta dal maestro dell’horror Guillermo Del Toro (suoi La forma dell’acqua, quattro premi Oscar nel 2017, Il labirinto del fauno, la saga di Hellboy), Cabinet of Curiosities ripropone una forma desueta di intrattenimento televisivo, quella dell’antologia di episodi autoconclusivi tenuti assieme da un filo conduttore che accomuna tutte le storie. Hitchcock presenta (1955-1962), Twilight Zone di Rod Serling (1959-1964), Tales from the Crypt (1989-1996) e Masters of Horror (2005-2007) sono gli archetipi del genere con cui il regista messicano si confronta affidando a colleghi più o meno noti la direzione dei singoli episodi. Otto storie tratte da altrettanti racconti, tra cui due dello stesso Del Toro e due del nume tutelare della serie, ovvero H.P.Lovecraft, lo scrittore dell’incubo, il “solitario di Providence”, delle cui atmosfere di gelido terrore cosmico e ripugnanti creature provenienti dagli abissi siderali o ctonî è senz’altro debitrice la serie.

Del Toro ritaglia per sé il ruolo che fu di Rod Serling e di Hitchcock, quello di narratore e presentatore di ognuno degli episodi, introdotti a partire da un inquietante e ingombrante mobile dai cui complicati e segreti recessi viene volta per volta estratto un oggetto che sarà al centro della storia: la Wunderkammer era un ambiente, una stanza che conteneva collezioni di oggetti straordinari e “strani”, deformità naturali di vario genere. E una “collezione” di storie weird vuole appunto essere questo Cabinet of Curiosities, una raccolta delle diverse declinazioni in cui si presenta quella che Lovecraft definiva la paura più grande, quella dell’ignoto. Pochissimi i jumpscare, tanta e ben curata anche nella forma l’atmosfera misteriosa, criptica e sovrannaturale che lega gli episodi, grazie ad una fotografia che vira costantemente su toni oscuri e lugubri.

La molteplicità degli sguardi sul genere horror produce una serie di variazioni che vanno dal demoniaco al cimiteriale fino al distopico e al fantascientifico con esiti diversi e non sempre pienamente convincenti: ecco una veloce sinossi.

Lotto 36: un po’ scontato. Il solito grimorio maledetto, il solito magazzino abbandonato in cui si trova qualcosa che non deve essere trovato. Per fortuna il livello delle storie cresce negli episodi successivi;

I ratti del cimitero: sconsigliato a chi ha la fobia dei roditori. L’avidità di un profanatore di tombe di morti facoltosi lo porterà a vivere un’esperienza terrificante…chi la fa l’aspetti;

L’autopsia: “horror del corpo” con ascendenze lovecraftiane. Un anziano medico è chiamato a fare un’autopsia ma ciò che scoprirà non è di questo mondo; finale convincente ma l’episodio è per stomaci forti;

L’apparenza: acuta riflessione sull’essere e l’apparire, un apologo in piena sintonia con il nostro tempo. Una donna si sottopone ad una cura di bellezza a base di creme di dubbia provenienza: cosa non si farebbe per avere un aspetto migliore e non essere più considerati dei brutti anatroccoli?

Il modello di Pickman: da un racconto di Lovecraft (ma c’è anche il Wilde del Ritratto). I quadri di Richard Pickman, con i loro disturbanti soggetti, provocano orribili incubi a chi li osserva. Da dove trae ispirazione l’artista? Le sue opere sono solo frutto di fantasia distorta?

I sogni nella casa stregata: ancora Lovecraft, la classica weird tale sul passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti. Scordatevi il Rupert Grint di Harry Potter, qui il “rosso” di Hogwarts è un uomo ossessionato dalla sorella morta e disposto a tutto pur di riabbracciarla;

La visita: horror distopico, pur ambientato alla fine degli anni ’70, con tanto di indecifrabile oggetto alieno e creatura mostruosa degna di Lovecraft. Il finale non convince e lascia un senso di incompiutezza, l’episodio è una promessa non mantenuta;

Il brusio: il migliore della serie, tratto da un racconto dello stesso Del Toro. Perdita, dolore, elaborazione del lutto: un omaggio agli Uccelli di Hitchcock e al De Palma di Blow-out con un occhio al tradizionale racconto della casa stregata.

Atmosfere sinistre, creature mostruose, registro narrativo sempre a cavallo tra horror e grottesco, estrema cura visiva nel confezionare un prodotto sostanzialmente ben riuscito (pur con qualche limite di sceneggiatura di cui si è dato conto) e soprattutto coraggioso nel riproporre una formula, quella antologica, che sembrava ormai superata e non in linea con le tendenze attuali dello streaming televisivo: Cabinet of Curiosities soddisfa le aspettative e chissà che non sia solo un esperimento isolato. Aspettiamo con curiosità (appunto) la prossima stagione.

 

 

Cabinet of Curiosities (id.), USA 2022

Stagione 1 (ep.1-8)

Distribuzione: Netflix

Un pensiero su “Con Guillermo Del Toro apriamo la mente a tutte le facce dell’horror – Cabinet of Curiosities (USA, 2022)

  • 23 Aprile 2023 in 19 h 14 min
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    Grazie per la dritta!
    Magari eviterò qualche episodio

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