Elezioni 2018: cosa ci riserveranno?
Cari pansiniani,
eccomi a scrivere un editoriale che non avrei mai pensato di scrivere. Ancora stento a credere che siamo riusciti a realizzare un sito come quello che abbiamo. La possibilità di gestire autonomamente un blog ci offre possibilità che, tempo fa, non avremmo nemmeno immaginato di avere. Dopo tanto tempo, questo è davvero un cambiamento radicale, che, ci auguriamo noi tutti, porti a ottimi risultati. Per questo, non posso che ringraziare tutti coloro che hanno aiutato a rendere possibile questa esperienza, a partire dal Prof. Piccolo, che ha avuto l’idea e la testardaggine di portarla avanti, insieme al Prof. Celot e alla Prof.ssa Palumbo, che è la colonna portante di Pausa Caffè da anni, così come ringrazio anche la Prof.ssa Mangia che ci sta aiutando, da quest’anno, nella correzione degli articoli. Ma, certamente, non posso assolutamente dimenticare tutti i ragazzi che fanno parte della redazione, che non solo mi sopportano, ma mi supportano in quello che è diventato più di un semplice giornale di istituto. Per questo, mi fa piacere iniziare così il mio primo editoriale on-line, che vuole essere un “in bocca al lupo” per tutta la redazione. Ma, bando alle ciance, ormai mancano pochissimi giorni al fatidico quattro marzo! E posso mai essere contento se non faccio un editoriale a sfondo politico? Davvero questa campagna elettorale ci sta riservando alcune chicche fantastiche. A partire dal ritorno in campo di Silvio Berlusconi, più energico che mai, (davvero a questo punto credo che morirà solo dopo la Regina Elisabetta), che sta puntando buona parte della sua campagna sui pensionati, lui che nasce come il “ringiovanitore” della politica italiana. Mossa sicuramente strategica in un paese anagraficamente sempre più vecchio. Ma il centro-destra italiano, che per questa elezione vede Salvini, Meloni e Berlusconi correre insieme coalizzati, fa sorgere vari dubbi. Anzitutto non è chiaro chi sarà il candidato premier della coalizione, data l’incandidabilità di Berlusconi; inoltre, continua ad essere dubbia la tenuta del centro-destra, viste le profonde divergenze dei tre su numerosi temi. Ma come amo dire, tutto è possibile in campagna elettorale: difatti, hanno firmato un programma elettorale che è un punto di convergenza delle tre “anime” della coalizione. Ad esempio, il programma prevede una maggiore indipendenza dall’Europa, ma solo economicamente, oppure una rigida politica sulle immigrazioni, o ancora la “flat tax”[1]…, temi cari a tutti e tre i leader.
D’altro canto a sinistra la situazione è confusa. Il PD, che ormai è divenuto il partito di Renzi, o quasi, ha puntato una campagna, come c’era da aspettarsi, sulla continuità d’operato rispetto alla precedente legislatura. Di questa vanta i numerosi successi, sia sul piano dei diritti civili (unioni civili, legge, fine vita, abolizione dei CoCoPro…) che sul piano economico (Jobs Act, Bonus insegnanti, abbassamento delle tasse sulla casa…), oltre a evidenziare le numerose altre riforme ed i successi durante il governo. Sta di fatto che ci si aspetta un forte calo dei consensi per il Partito Democratico, forse proprio perché si è spostato troppo verso il centro negli ultimi anni, deludendo l’elettorato. Proprio per questo vediamo diverse opportunità di partiti di sinistra alternativi al PD, come Potere al Popolo o Liberi e Uguali, diversi tra loro, ma uguali nel fine: dare un’alternativa agli elettori di sinistra che vogliono una rottura con la precedente legislatura. E, infine, vediamo il ribelle Movimento cinque stelle, che si definisce come unica vera alternativa ai partiti tradizionali. Con un programma che punta sul cambiamento e sullo sviluppo, il Movimento vuole portare avanti diverse proposte, che hanno un po’ dell’ideologia di destra ed un po’ di quella di sinistra. Sicuramente, uno dei punti cardine dei pentastellati sono: l’introduzione del reddito di cittadinanza, il miglioramento di licei ed università, l’abbassamento degli stipendi parlamentari e una maggior indipendenza dall’Unione europea. Ma alcune delle loro posizioni sono state molto riviste e non sempre è chiara la loro linea di pensiero.
Naturalmente ho dato solo delle linee generali, per evitare di annoiare, ma ci sarebbe molto altro da dire. Comunque volevo dimostrare come, ad una legislatura difficile, seguirà un’elezione difficile, che vede una forte frammentarietà del centro-sinistra, un centro-destra unito solo nella forma ed un centro che non sempre è chiaro sui suoi obbiettivi. Senza contare che la legge elettorale potrebbe essere giudicata incostituzionale, generando altri disordini ed un nuovo parlamento illegittimo. In un clima politico sempre più turbolento e violento[2], è difficile prevedere uno scenario del dopo-voto incoraggiante. Se il centro-destra fosse unito forse avrebbe i numeri per governare, ma non è assolutamente certo e soprattutto l’incognita, ad oggi, del candidato premier fa discutere molto; per il resto è difficile ipotizzare possibili coalizioni di larghe intese. Lo scenario frammentario e confuso della politica italiana, insieme all’ascesa dei populismi, è, però, da inquadrare in uno scenario europeo di crisi politica generale, che ha visto, ad esempio, la democraticissima Germania senza governo per mesi. Tutto questo è, inoltre, aggravato da un sempre crescente numero di non votanti, che dimostra la sfiducia dei cittadini nella politica. Credo che, ad oggi, sia davvero importante, però andare a votare. Penso soprattutto ai diciottenni che hanno da poco acquisito il diritto di voto, e che, a volte per disillusione nella politica, a volte per disinformazione, evitano quello che è uno delle più grandi conquiste dell’età adulta. Una delle grandi invenzioni dei greci è stata proprio la democrazia: è grazie a loro che oggi ancora parliamo di libertà di parola e di voto democratico. Comprendo che votare in questa tornata sarà difficile, ma è necessario farlo per decidere le sorti della nazione. Platone direbbe che solo un governo di filosofi ci potrebbe aiutare, ma siccome non ne abbiamo da eleggere, bisogna contentarsi di quello che c’è, e scegliere come meglio crediamo. Spero di essere riuscito a dare almeno un’idea di ciò che sta succedendo, non analizzando i singoli eventi della campagna, ma cercando di dare un quadro generale. Spero di essere stato quanto più utile e chiaro possibile, ma invito gli interessati a cercare i programmi su internet, per avere una più completa panoramica.
Ad ogni modo, sempre e comunque ricordate di esprimere le vostre idee il voto è la forma più potente per farlo.
Viva la Democrazia.
Con Affetto
Lorenzo Unich IIF
[1] Flat tax: una tassa che sia una percentuale fissa sui beni di una persona. Ora infatti, all’aumentare della ricchezza, la percentuale di tasse da pagare è maggiore.
[2] Vedi il caso di Luca Traini