L’Agorà del Calcio – Liverpool – Napoli

L’Agorà del Calcio, rubrica a cura di Pietro Peluso e Salvatore Monaco

LIVERPOOL – NAPOLI
Anfield, 27/11

 

Napoli che non vince, ma convince. La squadra di mr Ancelotti va a giocarsi l’accesso agli ottavi di finale nella cornice di Anfield, contro un Liverpool campione d’Europa che in casa è imbattuto e imbattibile. Prestazione che rimanda di 90’ le fasi finali, ma che lascia buoni presentimenti e soprattutto fa percepire un’aria positiva di rinascita in uno spogliatoio dilaniato dalle cronache più recenti. Ottima la prova dei senatori, che si caricano il peso di un malumore regresso sulle spalle e trascinano di testa e di fisico la squadra verso un pareggio preziosissimo per la classifica generale.

Un 11 titolare inconsueto quello schierato da Ancelotti, che dà riposo ad un instancabile Callejon e avanza Di Lorenzo a esterno di centrocampo, posizione in cui il neo-esordiente in Nazionale dà filo da torcere e non lascia rimpianti. Sua infatti l’imbucata per “Ciro” Mertens, che da buon napoletano acquisito beffa Van Dijk e insacca una diagonale pressoché perfetta per il vantaggio del Napoli. Spazio a Maksimovic come terzino destro e Rui come quarto a sinistra. Solido centrocampo con Ruiz, Allan e Zielinski, sempre pronti a sacrificare il potenziale offensivo per contenere l’assedio dei Reds. Stesso anche per “i piccolini” davanti, ma che per statura più che per inattitudine sono costretti a cedere ad una supremazia su palla alta da parte del Liverpool: proprio da calcio d’angolo una disattenzione difensiva (forse l’unica) costa il pareggio dei padroni di casa con Lovren. Per il resto un match univoco, pochi spunti, con il Liverpool che fa possesso nella metà campo avversaria senza infierire molto (si consideri una condizione fisica non al top) e il Napoli che con le unghie si accaparra un punto, personificando in campo uno stato d’animo che, vista l’austerità societaria, risulta di sottomissione e di strenua difesa senza repliche. Testa bassa e a lavorare, per riconquistare la fiducia di una tifoseria disillusa, ma mai stanca di supportare i colori. FNS!

 

Pagelle

NAPOLI 

  • Meret: 6

A parte il tiro di Milner non è che ha dovuto fare granché. Narcisista fuori e dentro al campo, così tanto da permettersi uscite a kamikaze, come quella sbagliata su Firmino. Troppo self-confidence o il malocchio di Donnarumma?

  • Koulibaly: 6,5

Partita sontuosa di K2: ottime chiusure, guida bene la difesa e compie un grandissimo salvataggio sulla linea su tiro di Firmino. Napoli, Meret e San Gennaro ringraziano. Fa sentire la sua stazza e lascia il segno dei tacchetti su tutto il prato (per fortuna solo sul prato). Da capitano se si tratta di mazzate è sempre in prima linea, fa fare e prende il giallo. E leviamo le mamme da mezzo!

  • Manolas: 6,5

Sempre molto attento. Si dimostra accanito giocatore di “Acchiappa la talpa”: la sua prontezza di riflessi non lascia scampo a nessun pallone che arrivi minaccioso oltre la trequarti. Meriterebbe mezzo voto in più per l’autocontrollo e per aver evitato la rissa. A Napoli direbbero “OMM!!!”.

  • Maksimovic: 6

Alcuni dicono di lui “se giocasse ogni partita come gioca in Champions, sarebbe il degno erede di Gianluca Grava”. Da buon serbo soffre l’offensiva nemica, ma ne esce con patriottismo e voglia di fare. Però 30 milioni… abbastanza un pacco. 

  • Di Lorenzo: 6

Fornisce un grande assist a Mertens per l’1-0. Primo tempo ottimo, sbaglia poco e ha la palla sempre attaccata al piede (i tifosi del Napoli hanno ancora le mani in testa). Nel secondo tempo, sarà per stanchezza o per l’emozione della prima volta ad Anfield, sbaglia qualcosa e crea pericoli. Nota importante: per inesperienza pecca purtroppo di personalità (Robertson meritava qualche coppino).

  • Mario Rui: 5,5

È praticamente il birillo di Salah, sulla falsariga dell’anno scorso. Un eccesso di autostima (immotivato, cioè… Mario Rui, ragazzi…) gli fa provare un tiro alla Mascara (mamma mia, che fenomeno), ma niente da fare. Dà il meglio solo in zona rissa.

  • Fabiàn Ruiz: 5,5

Ma per caso è il gemello scarso del fuoriclasse dell’anno scorso? Irriconoscibile anche ‘sta volta. Sì, ma provate a toccare Fabiàn ai napoletani. “O’ cammellone” è solo fuori forma.

  • Allan: 7

Migliore in campo della squadra partenopea. In queste serate si esalta e tira fuori… la “cazzimma” tanto agognata dai tifosi. Sangue agli occhi da zona salvezza, contrasti persi 0 (“Gargallan” per gli amici), recupera palloni su palloni (quasi aggredisce i raccattapalle inglesi dalla foga) e dà sostanza e cattiveria al centrocampo del Napoli. Sorprende come con uno così Edo De Laurentiis non sia in prognosi riservata al Cardarelli. 

  • Zielinski: 6

Pallido ricordo di quel polacco tuttofare di un Napoli che ormai appartiene al passato. Sfigura a fianco di un Allan metafisico, ma dà il suo massimo e si merita la sufficienza. Lo risentiamo a fine quadrimestre per gli scrutini.

  • Mertens: 6,5

“Bravo, ma non si applica”. Senza lode e senza infamia, pochi i guizzi da parte del belga nel corso della partita, merito di un Liverpool solido in difesa e responsabile anche l’ansia per il futuro che grava sulle spalle del belga. Meritevole il lampo di furbizia tipica all’ombra del Vesuvio, che mette il Folletto a tu-per-tu con Alisson a compimento di un ottimo contropiede del Liverpo… ah no, è il Napoli!

  • Lozano: 6

Il messicano è lo studente scemo che però  si applica e ogni tanto riesce. Partita giocata con grande voglia di dimostrare, ma ciò che risulta è solo che gli olandesi hanno rifilato un bel pacco ai napoletani. Insolito. Non tira praticamente nemmeno sotto minaccia, ma ha il grande merito di portare su la squadra. Se avesse avuto i pulsanti sarebbe stato un ascensore. Chucky, vogliamo di più!

  • Elmas: 6

Tiene palla e fa passare secondi preziosi: pare dimenticarsi che il Napoli stava pareggiando. Per personalità il giovanissimo mecedone ricorda a tratti due dei suoi connazionali: Alessandro Magno e Goran Pandev. Speriamo che il futuro di Elijf possa essere altrettanto glorioso. 

 

LIVERPOOL 

  • Alisson: 6 

Forse il portiere più forte del mondo. Non sporca mai i guanti, nemmeno sul gol di Mertens (vamosss). Unico difetto: ha paura dei barbieri. 

  • Van Dijk: 6,5 

Sembra di un altro pianeta. Si fa beffare da un Mertens molto figlio-di-buona-donna, ma per il resto impeccabile. Mai saltato, ogni pallone alto è suo, imposta molto bene e disegna lanci meravigliosi (Paolo Cannavaro, levati proprio). Se si mettesse ai fornelli otterrebbe senza dubbio una stella Micheline. 

  • Lovren: 6,5

Parliamoci chiaro: con Virgil come maestro, segnerebbe anche con un’anguria. Se poi il Napoli difende a zona e a marcare lui si trova il metro e 69 di Mertens… ci siamo intesi.

  • Robertson: 6

Macina chilometri e gioca a memoria con i compagni: intesa fenomenale dei ragazzi di Klopp. Eccede di tracotanza, complice anche il supporto fervido della tifoseria. E come ogni uomo tracotante richiama l’attenzione degli dei: in particolare compia sacrifici e ringrazi quelli che lo proteggono, che ieri Allan aveva una bella “paccheriata” pronta per lui.

  • Salah: 6

Domina la fascia destra (con Mario Rui… ci mancherebbe…), ma nonostante tutto il faraone egizio non eccelle e non incide. Forse si è adagiato troppo sul trono, inconsapevole che le 12 piaghe potrebbero essere alle porte (occhio al Salisburgo). 

  • Firmino: 5,5

Nostalgia di casa. In campo appare svogliato e distratto: la sua mente sembra occupata da un ritmo di samba che gli costa l’insufficienza. Troppo lezioso, incide poco e sbaglia molto. In uno stato di forma migliore ne avrebbe fatti 3. Menomale, Napoli e il Napoli ringraziano.

 

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