Se dovessi partire e lasciare ogni cosa, cosa porteresti in una piccola valigetta? La luce nei tuoi occhi: incontro con l’autore Vincenzo De Angelis
“Qualche ricordo, dei sentimenti vissuti, delle foto, delle poesie accartocciate, ma tutto
senza nostalgia. Ecco cosa porterei con me.” -Vincenzo De Angelis
Giovedì 28 aprile si è tenuto nell’aula magna del nostro liceo l’incontro con l’ex professore di
scienze Vincenzo De Angelis, autore del romanzo storico La Luce nei tuoi occhi (se
interessati alla trama cliccate qui).
La presentazione del romanzo è iniziata tramite un intervento del nostro ex preside
Salvatore Pace che, con animo colmo di stima e ammirazione, ha esaltato l’umiltà e
l’impegno dell’autore che ha dedicato cinque anni alla stesura del suo romanzo,
riservandone ben tre ad un attento studio.
De Angelis infatti ha girato, vagato, visitato Napoli e i suoi monumenti, centri e luoghi più
dimenticati e meno visitati, ma non per questo meno affascinanti, e rintracciato notizie negli
archivi, per ricostruire dei frammenti di storia della nostra città, omessi il più delle volte.
Dai titoli di giornale, dai filmati dell’istituto LUCE, dalle foto storiche, “in bianco e nero”, dagli
altari delle chiese e dalle viuzze strette e anguste, è riuscito a rassemblare momenti, ricordi
e “verità nascoste” speciali, vivide e “colorate”, legate a una mentalità e un’ ideologia
perduta ma non irrecuperabile.
Parliamo di una diversa visione dell’amore, quella dei nostri genitori, se non dei nostri nonni,
coloro che hanno dovuto affrontare i soprusi della guerra e che per questo hanno saputo
apprezzare la semplicità delle emozioni, vivendole con più leggerezza, delicatezza e pudore;
era un tempo in cui c’era una diversa formazione ed educazione al sentimento, rispetto alle
nostre generazioni, proprio come ci racconta lo scrittore rispetto alla domanda su quanto
delle sue emozioni e della propria fantasia abbia potuto inserire nel romanzo.
Parliamo di una storia, quella di due ragazzi Anna e Vincenzo, così giovani ma così tenaci e
prematuramente maturi, che vivono la loro storia e le loro passioni, sullo sfondo di una
Napoli straziata e dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale, così piena di dolore, tanto che di
pura vitalità e forza.
Quindi alla domanda “come è stato per lei questo tuffo in un momento storico così delicato e
legato al passato della sua famiglia?” De Angelis ci svela una cupa verità: questo romanzo
non è frutto di mera fantasia, ma il recupero della storia perduta di una persona a lui tanto
vicina, ormai morta, di cui si era persa ogni traccia.
L’autore, come parte integrante della sua famiglia, sentiva la necessità di riportare a galla
memorie perdute, recuperare un tassello della sua storia che sembrava smarrito e
finalmente riportare la luce negli occhi di suo padre, a cui il libro è stato dedicato.
A noi della direzione di Pausa Caffè Pansini, come giovani studenti di un liceo classico, è
sorto spontaneo chiedere “Tramite lo studio della storia e la riscoperta del passato, è
possibile restituire la luce negli occhi delle persone?”
Per De Angelis è possibile, anzi necessario, che noi tutti guardiamo con occhi diversi la
storia e lo studio, ma prima di ogni cosa è essenziale osservare, scrutare e ammirare i volti, le
facce e gli occhi delle persone, unico strumento con il quale è possibile accedere all’intimità dell’animo umano.
-La Direzione