Sulla pelle delle donne. Il terrore delle donne afghane per il ritorno dei talebani

di Monica Gatta (IIF)

“A nessuno importa di noi, scompariremo”. È un appello tra le lacrime, partito da un video divenuto virale e poi diffuso dalla blogger iraniana Masih Alinejad. Una ragazza afghana chiede aiuto dopo il ritorno dei talebani. Difficile stabilire la sua età dal filmato, ma sembrerebbe avere meno di 20 anni: nata dopo il 2001, quando il regime islamico era già caduto e con esso anche alcune delle limitazioni imposte alle donne. A rovesciarlo era stato l’intervento militare americano, in seguito agli attentati terroristici dell’11 settembre, con l’accusa di dare rifugio ai terroristi di al Qaida. Ora l’Afghanistan, così come era stato tra il 1996 e il 2001, è tornato a essere governato dai talebani. “Le donne potranno uscire di casa e studiare” ha assicurato il portavoce Suhail Shaheen parlando alla Bbc dopo la presa di Kabul. Una rassicurazione che non convince e non basta a fermare le lacrime sul volto di quella ragazza, che teme per il suo futuro, alla luce di ciò che è stato.

Durante il regime talebano, in Afghanistan alle donne non veniva permesso di uscire di casa, se non accompagnate da un tutore maschio. Il burqa era obbligatorio, non potevano truccarsi, usare smalto, indossare gioielli. Non potevano lavorare, frequentare la scuola. Non potevano ridere. Il contatto con gli uomini veniva filtrato in ogni modo. Non solo gli abiti coprivano ogni parte del corpo: lo sguardo non doveva incrociare quello di un maschio, la loro mano non poteva stringere quella di sesso opposto. Invisibili, impercettibili, cancellate al punto da dover limitare il rumore prodotto mentre si muovevano: il rumore dei tacchi venne vietato nel luglio del 1997. Le limitazioni si accompagnavano a punizioni esemplari in caso di trasgressione, con amputazioni e pene di morte eseguite in pubblico. Tantissime in quegli anni si sono tolte la vita. 

Con la caduta del 2001, le donne hanno ottenuto alcune lente e progressive concessioni. Hanno potuto nuovamente rendersi visibili, dopo anni trascorsi dietro un burqa, non più obbligatorio. I loro passi hanno ricominciato a fare rumore nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle televisioni. È stato riconcesso loro il diritto di voto. La riconquista dell’emancipazione è stata una lotta che però continua a mietere vittime: nel 2012 ci sono stati 240 casi di delitti d’onore.

E adesso cosa ne sarà delle afghane? Il portavoce Suhail Shaheen rassicura, ma dall’Afghanistan arrivano già testimonianze che raccontano una realtà diversa. Donne cresciute libere, temono adesso di vedere offuscata quella libertà. “Sentiamo tantissime storie orribili, di ragazze portate via con la forza, costrette a sposarsi con uomini che non hanno mai visto. E allora pensiamo che l’unica cosa che possiamo fare è fuggire da qui, dalla nostra casa” raccontano al Corriere della sera Nahal e Mahvash, due sorelle, ragazze single che non hanno mai indossato il burqa e stanno pensando di abbandonare la loro casa, per non rinunciare ai propri diritti. A tal proposito il quotidiano britannico Guardian, raccoglie la testimonianza di persone del luogo, secondo cui nei villaggi viene chiesto un elenco delle donne non sposate tra i 12 e i 45 anni, affinché possano essere date in sposa ai soldati. Al Washington Post, quotidiano statunitense, la giornalista Gayle Tzemach Lemmon racconta di aver ricevuto un filmato in cui un padre disperato si sorregge la testa tra le mani: non ha idea di che fine abbia fatto la figlia 14enne, forse si pensa che degli uomini armati l’hanno portata via. Ad inviarglielo è stata una giovane donna, che ora teme quella stessa sorte possa toccare a lei. “Siamo spaventate, piangiamo tutto il giorno”, racconta un’altra. E ancora: “Abbiamo deciso di scappare”. Lasciare l’Afghanistan, per fuggire dalle violenze. Da maggio, quasi 250mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case. L′80% di loro sono donne e bambini, secondo quanto affermato da Shabia Mantoo, portavoce dell’Unhcr, l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Afghanistan, le donne costrette a nascondersi o a scappare. L'ordine degli  jihadisti : “Non tornate mai più al lavoro” - La Stampa

Donne come bottino di guerra, donne nuovamente cancellate. Il direttore del canale d’informazione afghano Tolo News, Lotfullah Najafizada, ha twittato sul suo profilo una foto nella quale un uomo copre con della vernice alcuni poster che ritraggono donne su un muro a Kabul. La città si prepara al dominio talebano. Secondo quanto riferito dalla Bbc, dalle aree catturate dai talebani nei giorni scorsi hanno indicato che alle donne non è già permesso uscire di casa senza un compagno maschio e che ad alcune lavoratrici è stato detto che il loro impiego sarà ora svolto da uomini. È stato anche ordinato di indossare il burqa. “I diritti delle donne e le libertà conquistate passo dopo passo in questi venti anni, pure solo quella di potersi istruire, credo che tutto questo sia drammaticamente in forse” ha dichiarato il giornalista Toni Capuozzo al noto programma televisivo Morning News, ”È lecito aspettarsi il peggio”. 

 

 

Fonti:

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/il-dramma-delle-donne-in-afghanistan-tony-capuozzo-lecito-aspettarsi-il-peggio_36934655-202102k.shtml

https://www.corriere.it/esteri/21_agosto_13/afghanistan-a-kabul-stanno-facendo-lista-donne-single-8fb077e6-fc63-11eb-8688-4f0a0f230e1f.shtml

https://www.theguardian.com/global-development/2021/aug/12/i-worry-my-daughters-will-never-know-peace-women-flee-the-taliban-again-afghanistan

https://www.washingtonpost.com/taliban-seize-jalalabad-cut-off-afghan-capital-from-east/2021/08/14/131e00aa-fd75-11eb-911c-524bc8b68f17_story.html

https://www.agenpress.it/afghanistan-portavoce-talebani-le-donne-potranno-uscire-di-casa-lavorare-e-studiare/

https://www.bbc.com/news/av/world-asia-58223530

4 pensieri riguardo “Sulla pelle delle donne. Il terrore delle donne afghane per il ritorno dei talebani

  • 11 Febbraio 2022 in 15 h 39 min
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    Una situazione terribile nell’indifferenza generale. Importante riaccendere i riflettori sulla condizione delle nostre sorelle afghane

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    • 11 Febbraio 2022 in 16 h 42 min
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      Grazie Monica per il tuo contributo appassionato; ho particolarmente apprezzato la tua correttezza nel riportare le fonti.

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    • 15 Febbraio 2022 in 8 h 48 min
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      Toccante articolo su una tragedia prevedibile, non possiamo voltare lo sguardo e comprendere sino in fondo cosa sta succedendo.
      Grazie Monica

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  • 26 Febbraio 2022 in 11 h 59 min
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    Siamo prossimi allo stucchevole rituale della “festa della donna” con mimose e baci Perugina. Ricordiamoci che la giornata della donna è e rimane un momento di lotta e di riflessione. La strada per l’emancipazione è ancora lunga, in alcune parti del mondo la situazione è drammatica. Nei paesi devastati dalla guerra per ovvie ragioni è anche peggio. Grazie Monica per questo contributo

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