La piaga del ballo

di Alessandro Sommella, (IV E, a.s. 2020/2021)

Studentelli, quanti di voi stanno sognando ad occhi aperti ripensando al ritorno nelle discoteche per scatenarsi e provarci con chiunque vi capiti a tiro?

Certamente in molti, i vari DPCM hanno blindato le discoteche e i locali a causa della pandemia, e fra politicanti arrabbiati, amanti delle più disparate pagliacciate e sempre più spassosamente inquietanti per i loro comportamenti, i molti giovani di questa verde terra italica hanno ribadito con forza il loro diritto di ballare fino allo svenimento nei locali, in particolare ad Agosto, quando sono appunto state segate le gambe ai titolari delle discoteche, non gli unici, a dir la verità.

Eppure, questo frenetico amore per il ballo fu al centro di una deliziosa vicenda capitata a Strasburgo, nel 1518. 

Troffea, la donna che diede inizio a questa storia, era un’abitante della Strasburgo dell’epoca. Fin qui nulla di strano, ma un giorno iniziò a girovagare per le strade del centro urbano compiendo giravolte e spasmi asincroni, che ricordavano una danza vera e propria. 

La vicenda prese una piega strana quando sempre più persone si unirono a Troffea, lasciandosi trascinare per settimane in balli frenetici. Le autorità cittadine, seppur sbigottite, stettero al gioco: furono convocati ballerini, musicisti, coreografi, e persino costruito un palco.

Il tutto durò all’incirca un mese, e a quel punto la situazione non fu considerata poi tanto ilare. 

Le centinaia di “infetti” furono portate fuori città verso le colline circostanti, e in particolare in una grotta santificata a San Vito: il protettore della danza e dei danzatori. Qui, attorno a una scultura di legno del santo, furono soggetti a una specie di esorcismo e poi vennero ricoverati nell’ospedale di Strasburgo; a quel punto l’epidemia gradualmente scomparve, ma portò con sé un numero imprecisato di morti.

Moltissimi infatti non ressero l’eccessivo affaticamento, o furono vittime di infarti e ictus. Però: il tutto ha perso la sua vena di simpatia, eh? 

Il caso fu probabilmente un’isteria di massa, seppur rimanga bizzarro e inspiegabile. Le fonti dell’epoca ci suggeriscono che i fatti possano essere accaduti in un momento storico politicamente instabile e segnato da carestie, almeno in Nord Europa. Ergo, la miseria fu causa di un enorme sfogo collettivo attraverso la terribile epidemia.

Epidemia…isteria di massa…miseria…Non so voi, ma a me ricorda qualcosa…

Alla prossima, e ricordate, Historia magistra vitae.

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