SALUTATE LA NUOVA CAPOLISTA DELLA SERIE A. Agorà del calcio: Lazio – Napoli 1-2.

 

di Alessandro Sommella (VE)

Con sfondo uno degli scenari geopolitici più caldi e mediaticamente d’impatto degli ultimi decenni va in scena allo Stadio Olimpico di Roma l’ennesimo match cruciale del Napoli nell’ultimo periodo, per prendere la vetta: Lazio-Napoli. 

Questo big match, in quanto tale, fin da subito, alterna momenti di chiara qualità individuale (basti pensare al controllo-dribbling di Insigne) a clamorose imprecisioni nell’impostazione (soprattutto in casa azzurra, considerando le frequenti e approssimative verticalizzazioni che di fatto regalavano palla alla Lazio, complice il pressing asfissiante dei biancocelesti) in un ritmo decisamente frenetico, ricco sia di gioco nello stretto che di ripartenze. Il primo tempo è in mano della Lazio dunque per quantità di occasioni (I due tentativi di Immobile e la conclusione di Milenkovic ), ma queste ultime a dirla tutta si distribuiscono bene (conclusione di Zielinski e i tentativo di Insigne e Osihmen su tutte).  

Il secondo tempo sembra iniziare sulla falsa riga del primo, ma i partenopei prendono pieno possesso del gioco, e concretizzano al 62’, con una botta da fuori, neanche a dirlo, del capitano Lorenzo Insigne, che la insacca angolata chirurgicamente: 1-0. Su questa striscia di adrenalina nuovamente è Insigne a insaccare su tap-in in seguito alla conclusione in area di Osihmen respinta da Strakosha, ma il VAR annulla tutto.  

Il ritmo inizia a crescere, e la Lazio riprende terreno, cercando il pareggio. Poco dopo l’intervento di Strakosha su Politano, Pedro libera un micidiale mancino da fuori area, respinto in maniera semplicemente brillante da Ospina. Poi, una disattenzione di Mario Rui, che appoggia con il petto al portiere colombiano, viene sfruttata nuovamente da Pedro, che grazie a un salvataggio sulla linea non la mette dentro. All’ 88’ però, la sfera è messa fuori dopo il calcio di punizione di Luis Alberto, e il solito Pedro insacca al volo con un mancino strepitoso: nulla può Ospina, è 1-1. 

Normalmente una squadra potrebbe rimanere atterrita da un cambio di marcia simile. Ma entrambe le compagini danno vita a 5 minuti finali di fuoco puro, che come in un film destinato a divenire cult, culminano con una ripartenza guidata da Elmas, il quale allarga per Insigne: il capitano si accentra, serve Fabian Ruiz, che con una sorprendente lucidità batte di istinto a rete, sul primo paro, con un mancino a giro, ed è GOL, 1-2, all’ultimo secondo, all’ultimo respiro.  

Termina così il match all’Olimpico, con il Napoli incoronato come nuova capolista del campionato (a pari punti con il Milan, vittima però dello scontro diretto) sintetizzabile con le parole finali di mister Spalletti: “I miei calciatori non hanno paura di nessuno”, dimostrando in effetti quanto un incontro delicato come questo possa essere intelligentemente combattuto. Da citare assolutamente Ospina, provvidenziale in più di un’occasione, Fabian, decisivo nel finale ma come al solito perno fondamentale, Koulibaly, che ovviamente brilla per gli interventi e la strapotenza fisica, Politano, che gioca una ricca partita abbondante in fase offensiva e difensiva, e ovviamente Lorenzo Insigne, che nonostante critiche e trasferimento prossimo brilla quando deve e lo dimostra con una superlativa ed esuberante prestazione segnata da goal e assist. In casa Lazio segnalo assolutamente il lavoro esaustivo e semplicemente perfetto di Pedro, soprattutto nel finale e quello di Milenkovic e Luis Alberto nel completamento della manovra biancoceleste. Citabile anche Immobile, che però non è riuscito ad essere particolarmente incisivo in un match che lo chiedeva. 

 Detto questo, bravi tutti, un grandissimo match, che dovrebbe essere un modello per tutta la Serie A, e che trabocca di grandissimo calcio. E poi che dite, odore di Scudetto? Meglio non esprimersi. 

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