The Smashing Pumpkins-Siamese Dream

di Vincenzo Mazzella di Bosco (IIG)

L’inizio del sogno di una vita.

Salve a tutti io sono Vincenzo Mazzella di bosco, chitarrista, boxer, cinefilo, musicologo, esperto di comics e adesso scrittore, si esatto questo è il mio esordio alla “regia”. Questo progetto si occuperà di parlare e descrivere gli album, in ogni piccolo dettaglio, che hanno scritto la storia della musica nel corso degli anni (in particolar modo quella degli anni 90).

Oggi vi parlerò dell’LP Siamese Dream degli Smashing Pumpkins, uscito il 27 luglio del 1993, esattamente 30 anni fa. Fu pubblicato due anni dopo l’uscita di Gish, il loro primo album in studio, consacrando il loro esordio musicale contraddistinto da un sound prevalentemente hard rock/grunge con pesanti sfumature di dreamy pop.

La band nativa di Chicago e formata da Billy Corgan alla chitarra Lead, James Iha alla chitarra rhythm, D’arcy Wretzky al basso e James Chamberlin alla batteria, influenzata dal leggendario genere grunge di quegli anni, incisero il loro primo disco che li portò al successo, aiutati esponenzialmente dalla casa discografica di lancio, la nota ‘Virgin Records’ e dalla produzione in studio di Butch Vig, già produttore del notissimo album dei Nirvana ‘Nervermind’.

L’album preso in questione, scritto interamente da Corgan, ha al centro tematiche come rabbia, amore, depressione e paura di non essere capiti e accettati, quest’ultimo tema ha accompagnato l’intera stesura dei testi di Billy, tormentato dal pensiero che non sarebbero stati accettati dal pubblico, cade in una fase depressiva pesante. La canzone che ha al centro questo tema è il secondo singolo estratto dall’album e uscito il 30 settembre 1993, “Today”. Il singolo in questione riesce a mischiare un sound rozzo, caratterizzato dal’uso del fuzz “Electro Harmonix Big Muff Op amp”, effetto di distorsione caratteristico dei Pumpkins, tutto registrato con una Fender Stratocaster modificata. Corgan ci trasmette il suo dolore in alcuni passi della canzone come “Today is the greatest Day I’ve ever known, Can’t live for tomorrow, Tomorrow is much too long…”, facendoci capire quanto sia difficile portare un peso del genere sulle proprie spalle.

Furono estratti altri 3 singoli dall’Lp: ‘Cherub Rock’, pezzo d’apertura dell’album e primo singolo effettivo, definito all’apertura con un groove della batteria di Chamberlin e dall’assolo ‘finale’ di Corgan; il terzo singolo fu ‘Disarm’, una ballata acustica riguardante l’infanzia travagliata del frontman; il quarto estratto infine fu ‘Rocket’, altro pezzo che descrive la rabbia e il rimpianto di un’adolescenza vissuta tra vari dolori insanabili causati dalla propria condizione familiare.

Personalmente penso che ci sia bisogno di ricordare altri due brani veramente profondi e ricchi di sentimenti. Il primo è ‘Mayonaise’, questa canzone ha un significato molto importante per il cantante e il suo amico Iha, infatti la scrissero insieme e condivisero emozioni molto forti come la nostalgia per qualcosa che non si può più ottenere e che è ormai scomparso ‘come lacrime nella pioggia’ (cit. per pochi), la scelta di scrivere il brano e il riff mezzo semitono in basso, rispetto l’accordatura standard, rende il tutto più ‘lento’ e godibile al pieno all’arrivo dell’assolo che strugge completamente l’anima di chi lo ascolta, per poi arrivare alla fine con un morbido e caldo accompagnamento delle due chitarre.

Il secondo brano che volevo citare è ‘Luna’, poesia d’amore rivolta all’ex moglie di Corgan scritta durante la loro separazione, questa piccola opera è accompagnata dal sound dreamy e pulito del phaser 90 della MXR e dai cori angelici della bassista D’arcy. Il primo live dell’album fu totalmente suonato in acustico nel Tower Records store di Chicago il giorno dell’uscita mondiale ed esattamente 30 anni dopo, per il trentesimo anniversario, è stato riproposto con i membri originali della band esclusa la bassista che nel 1999 abbandonò il gruppo, ma questa è un’altra storia.

In conclusione si può dire che questo componimento musicale rappresenti in pieno la rabbia dei rimpianti causati dall’amore e da un’infanzia travagliata, che avrà ulteriore sfogo nel quarto album in studio del 1995, Mellon Collie and the Infinite Sadness, che spero sarà oggetto di discussione in un articolo futuro. Vi lascio dicendovi che il dolore e l’odio sono stati un mix micidiale per molti artisti, che però sono riusciti ad incidere in noi qualcosa di profondo e duraturo.

Well, no one knowns

Where our secrets go…

-Mayonaise

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