La Wonderland burtoniana Alice In Wonderland (Tim Burton, 2010)

Riccardo Maiello (1A)

Alice in Wonderland è un film diretto da Tim Burton, uscito nel 2010, che senza dubbio rappresenta un’audace reinterpretazione del celebre romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Questo film prometteva di portare il pubblico in un viaggio ancor più oscuro e straordinario attraverso il mondo surreale che tutti conosciamo e amiamo, ma con un tocco unico che è diventato il marchio di fabbrica del regista.

Tim Burton è noto per il suo stile unico e Alice in Wonderland non fa eccezione: la sua firma è evidente in ogni aspetto del film, dalla scenografia ai costumi, al design. Il mondo da lui creato è straordinariamente stravagante e gotico e cattura perfettamente l’atmosfera bizzarra del Paese delle Meraviglie; le scenografie sono elaborate, suggestive e trasportano lo spettatore in un mondo fantastico. Lo stile Burtoniano non varrebbe granché se non fosse affiancato da un cast degno di nota: Mia Wasikowska interpreta Alice con grazia ed è convincente nel suo ruolo; Johnny Depp è spettacolare come il Cappellaio Matto, dando vita ad un personaggio eccentrico con la sua interpretazione unica; Helena Bonham Carter è divertente e terrificante come la Regina Rossa; Anne Hathaway offre una performance eterea come la Regina Bianca.

Nonostante il film sia uscito già da tredici anni, riesce a non invecchiare grazie ad effetti speciali avanzati, sfruttati per creare creature fantastiche e ambientazioni mozzafiato: personaggi come Stregatto e il Brucaliffo sono realizzati in modo impressionante.

Una delle principali criticità di Alice in Wonderland è, però, la sceneggiatura: come accennato in precedenza, il film tenta di mescolare elementi della storia originale di Lewis Carroll con una nuova trama, proponendo un’interpretazione unica del Paese delle Meraviglie. Un punto debole della sceneggiatura è la sua mancanza di coesione narrativa: la transizione tra i mondi di Alice e il Paese delle Meraviglie non è sempre fluida, e la trama spesso sembra saltare da un evento all’altro senza una chiara direzione e questo può rendere difficile per lo spettatore seguire la storia e investire emotivamente nei personaggi e nelle loro sfide; la trama si concentra in modo predominante sull’azione e sugli effetti speciali, a scapito dello sviluppo dei personaggi che non sempre vengono sviluppati in modo approfondito, come la Regina Rossa e la Regina Bianca, il che limita la nostra comprensione delle loro motivazioni e dei loro conflitti.

Nonostante queste criticità, bisogna riconoscere che la sceneggiatura cerca di esplorare temi più profondi, come l’identità, la crescita e l’accettazione di sé: il fatto che Alice debba fare i conti con la sua posizione e il suo ruolo nel mondo del Paese delle Meraviglie aggiunge una dimensione psicologica interessante al film.

La colonna sonora di Danny Elfman è tipicamente Burtoniana, anche se non riesce a distinguersi come alcune delle sue colonne sonore precedenti: manca di una melodia memorabile che possa essere associata in modo duraturo al film.

Per i lettori di PausaCaffèPansini amanti del cinema che cercano un’esperienza visiva mozzafiato e sono disposti a perdonare alcune debolezze nella trama, Alice in Wonderland può essere una scelta ideale per lasciarsi trasportare in questo mondo straordinario e misterioso, dove l’immaginazione di Tim Burton si fonde con il classico di Lewis Carroll per creare una visione originale del Paese delle Meraviglie.

 

 

Alice in Wonderland (T. Burton, 2010)

Regia: Tim Burton

Distribuzione: USA 2021 (col., 108 min)

 

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