“Sulla Pelle delle Donne”: Tina Anselmi, una vita per la democrazia

di Monica Gatta (3F) 

“Tina vagante”, come la soprannominavano i suoi compagni della DC, è stata una delle politiche più importanti della nostra Repubblica: staffetta partigiana, sindacalista e poi ministro. Grazie a lei oggi abbiamo la legge sulle Pari opportunità, il Servizio Sanitario Nazionale e anche la Legge 194, firmata sebbene da cattolica non ne condividesse il principio. È stata anche presidente della Commissione d’inchiesta sulla Loggia Massonica P2.  

Una donna in una società fatta ancora da soli uomini, spesso l’unica donna: Tina Anselmi di Castelfranco Veneto, scomparsa nel 2016 nella stessa città dove era nata, è stata partigiana, sindacalista, deputata e ministra ed è, tutt’oggi, una “madre” della Repubblica italiana. La donna è stata protagonista dell’omonimo film trasmesso dalla Rai1 lo scorso 25 aprile per omaggiare una figura di fondamentale importanza per la storia della democrazia italiana. La storia di Tina Anselmi è fatta di coraggio, impegno sociale e passione per la vera politica. La molla scatta sul finire della Seconda Guerra Mondiale quando, ancora adolescente, si unisce alla Brigata autonoma “Cesare Battisti” come staffetta partigiana, nelle montagne trevigiane, per poi entrare nel Corpo Volontari della Libertà. Dopo la fine della guerra, si dedica agli studi letterari all’Università Cattolica di Milano dove prende una laurea in lettere e, mentre insegna nelle scuole, inizia a farsi notare dall’ambiente sindacale e politico. La DC è la sua casa d’adozione: nel 1968 Anselmi viene eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Nel 1976 Anselmi entra definitivamente nella storia della Repubblica quando viene nominata ministro del Lavoro: è il terzo governo Andreotti e lei diventa la prima donna, in Italia, a ricoprire questa carica. Nel 1978 passa alla guida del Ministero della Sanità: è lei che firma per prima la legge n. 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza, sebbene non ne condividesse a pieno i principi. Poi firmò la legge n. 833 con cui nasce il Sistema Sanitario Nazionale. I principi su cui si basa la norma sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità del servizio per tutta la popolazione: dietro alle conquiste sociali e civili più importanti e rivoluzionarie c’è lei, una donna tra gli uomini. Nel 1981 Nilde Iotti, allora presidente della Camera, anche lei prima donna a ricoprire la terza carica dello Stato italiano, affida ad Anselmi il ruolo presidenziale nella Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli. I lavori proseguono fino al 1985 e dalla relazione finale ne esce il ritratto impietoso di politici, imprenditori, giornalisti e personaggi delle istituzioni legati al sottobosco malavitoso della società. Divenuta ormai una garanzia di imparzialità e integrità, più volte Anselmi è stata vicina a diventare anche la prima presidente donna della Repubblica, come nel 2006, quando l’idea della sua candidatura partì da un blog su Internet e si diffuse a macchia d’olio grazie a un passaparola mediatico senza precedenti. Protagonista dei cinquant’anni più controversi e allo stesso tempo effervescenti della storia nazionale, Tina Anselmi ha saputo confrontarsi con l’oppressione, la disuguaglianza e il potere deviato uscendone da vincitrice. 

Il messaggio più importante è quello lasciato ai posteri:

Nessuna vittoria è irreversibile. Noi non possiamo abdicare, dobbiamo ogni giorno prenderci la nostra parte di responsabilità perché solo così le vittorie che abbiamo avuto sono permanenti“. 

 

 

Un pensiero su ““Sulla Pelle delle Donne”: Tina Anselmi, una vita per la democrazia

  • 28 Aprile 2023 in 8 h 56 min
    Permalink

    Grazie Monica per il bel contributo. È importante ricordare il ruolo fondamentale che ebbero le donne durante la Resistenza e sottolineare inoltre che la nostra Repubblica è figlia dell’antifascismo militante. Costituzione e fascismo sono in antitesi e nessuna conciliazione è possibile

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.