Niente

Niente. E perché il niente? Perché è quello che provo. N i e n t e. Niente che certe volte mi
stritola, mi soffoca, mi stira, mi accartoccia, mi appallottola e mi lancia contro la parete. E poi
mi riprende, mi apre, mi stende, mi blocca con le mani contro il letto, scarabocchia quattro
insulti confusi e scritti pure male, mi piega in due e mi straccia e mi piega e mi straccia di
nuovo e ripete il processo finchè pure i coriandoli in cui sono ridottx sono ormai niente. E poi
niente perché non accade mai niente. Niente di nuovo, niente di vecchio, niente di bello,
niente di brutto, niente. Pure la libido si è ridotta a niente, e le emozioni non mi danno niente,
e il mio sorriso è colmo di niente, e i miei occhi sono biglie di vetro e non vedono niente, e
nemmeno tu, e tu, e tu mi dai niente, ma soprattutto tu, che dall’altra parte dello specchio mi
guardi sornione, con quel fare altezzoso tipico di chi finge di sapere tutto e in realtà non sa e
non è niente. È colpa tua se io sono tutto questo niente. Io, niente.

 

niente.
assolutamente niente.
è questo il problema.

angolo autore
salve, o plebei miei lettori. era una settimana che il vostro affezionatissimo non vi sollazzava
con qualche graziosa, dilettevole poesiola, ma eccone qui una fresca solo per voi, miei cari
amici. e probabilmente vi starete trastullando il gulliver nel tentativo di comprendere il motivo
del mio arduo scrivere, e certamente non oso biasimare la giustezza dei vostri dubbi
dubbiosi, poiché anche io mi stupisco e anzi, sbigottisco quasi nel rileggere ciò che la mia
mente gravida d’idee partorisce copiosa; ebbene il motivo è il seguente: durante i giorni della
mia convalescenza – un virus mi ha preso alla sprovvista e non parlo del covid – un
desiderio insidioso parimenti ai moscerini e alle zanzarine che nelle notti delle limpidi estati
ronzano nei pressi delle orecchie e proprio non ti dan pace, per quanto tu possa scacciarle
con la mano, si è impossessato delle mie mani e dei miei occhi e… va bene, così rischio di
perdere hype quindi sarò direttx: ho visto il film “Arancia Meccanica” e ho scoperto di
ritrovarmi in un’affinità così forte col personaggio di Alexander De Large quasi da
spaventarmi di me stessx. anzi, è probabile che scriverò qualcosa a tema, sia un testo o una
poesia. sto lavorando già alla stesura di un racconto breve di genere distopico (no??? non è
vero??? però cioè- sì???) che, in tutta onestà, non sono pienamente certx che ne entrerete
mai in possesso. comunque sia, subito dopo quest’articolo succederà a seguire un’altra
poesia certamente più lunga e più curata sia nella scelta formale dei vocaboli, e quindi nella
struttura in sé (e proprio mentre scrivo questo outro la mia mente mi suggerisce
cambiamenti qua e là), che nel contenuto – tuttavia questo breve componimento non è
certamente privo di profondità o di significato, eh…

p.s.=dovrei smetterla di trattare questo giornale scolastico come se fosse wattpad, ma non
credo che lo farò.
-luxmonke22

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