Cos’è la celiachia?

di Roberta Tuccillo e Gaia Di Gennaro (IVF)

La celiachia è una malattia che non permette di ingerire il glutine, causando più precisamente un’infiammazione dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di questa sostanza soltanto in soggetti geneticamente predisposti. In questi, il glutine provoca una reazione anomala del sistema immunitario, che aggredisce l’organismo, in particolare i villi intestinali, impedendo quindi l’assorbimento di sostanze nutritive per assicurare una crescita in modo sano. Ma quindi qual è la cura per la celiachia? Al momento, l’unica “cura” per la celiachia è una costante e dura dieta priva di glutine permanente, cha fa scomparire i disturbi causati dalla malattia e soprattutto evita lo sviluppo di complicazioni gravi. Sì, questa dieta è quindi priva di tutti gli alimenti con farina e derivati del grano: pizza, cornetti, pasta… Ma il glutine non è contenuto solo in questi, bisogna essere attenti alle etichette di ogni alimento che si ingerisce: dalle gomme da masticare, alle patate in busta, etc… .Fortunatamente, oggi viviamo in condizioni molto più favorevoli rispetto al passato: ci sono ristoranti, pizzerie, molto attrezzati; ma la vita per un celiaco non è ancora del tutto così semplice: i ristoranti attrezzati in modo da far sentire al sicuro il cliente sono ancora pochi, da parte degli imprenditori manca la volontà di attrezzarsi con un angolo separato per il gluten free. Ma andiamo ad osservare meglio le sostanze pericolose e non per la dieta di un celiaco: 

SOSTANZE PERICOLOSE Frumento, Orzo, Segale, Farine di Frumento, Amido non specificato o 

di frumento, Malto

SOSTANZE NON PERICOLOSE Farine ed Amido di riso, mais, soia, patate, castagne, miglio, grano 

saraceno Maltosio, Maltitolo, 

Maltodestrine Glutammato ed 

additivi vari Semi di guar, carrube, 

carragenani 

 
Rischio di contaminazioni 

Subito dopo la diagnosi i celiaci devono affrontare, da un giorno all’altro, una dieta senza glutine, un mondo nuovo, tanto diverso dalle abitudini alimentari tradizionali. I celiaci non temono la presenza dichiarata di farine o amidi con glutine, da cui si sanno difendere, ma la possibilità di una contaminazione

minima, ma fatale, in alimenti naturalmente senza glutine: la traccia di glutine. Questo terrore ha generato angoscia nei pazienti e nelle loro famiglie, fino a generare un fanatismo che ha causato più danni della malattia stessa. Si è giunti a portarsi in giro la propria tovaglietta, le posate, le pentole separate: una grave danno all’equilibrio mentale dei celiaci. Si è infatti trasformata una prescrizione POSITIVA, mangiare meglio senza glutine, in una persecuzione quotidiana: NON FARE, NON MANGIARE, TEMERE, SOSPETTARE! Stare tranquilli per tre considerazioni: Le tracce sono misurabili e consistenti, non un timore. Vi sono limiti ben definiti dal ‘Codex Alimentarius’ europeo (dello 0.2%), che sono inferiori alle quantità di glutine capaci di dare una qualche sensibilità nel soggetto celiaco. È stata identificata, dal Prof. Catassi, la dose minima giornaliera di glutine tossico: per avere una iniziale risposta immunitaria nell’intestino, il celiaco deve ingerire, per 90 giorni, una dose di 50 mg di glutine (pari a più di 1⁄2 grammo di farina, un cucchiaino da caffè ). La scelta ‘SENZA GLUTINE è positiva, non proibitiva, in quanto i prodotti senza glutine sono di qualità nutrizionale MIGLIORE di quelli con il glutine. L’ansia ingiustificata per le tracce di glutine ha già indotto tanti celiaci adolescenti, perseguitati dalla paura della contaminazione nelle caramelle, gelati, patatine, ad abbandonare del tutto la dieta, che deve essere sì senza glutine, ma non può essere una condanna ad una vita difficile. 

Sintomi della Celiachia 

La Celiachia è una malattia con sintomi molto variabili, soprattutto perché può manifestarsi in età differenti. Secondo alcune fonti, per ogni sette pazienti che si rivolgono al gastroenterologo e ai quali viene successivamente diagnosticata la celiachia, due si rivolgono al neurologo per sintomi legati al sistema nervoso e solo in seguito vengono indirizzati al gastroenterologo a causa della scoperta che la causa è proprio la celiachia. Nelle forme che si manifestano tardivamente nel bambino, dopo il secondo o il terzo anno di vita, i sintomi possono variare da deficit dell’accrescimento staturale ad un ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti e anemia da carenza di ferro. Le manifestazioni cliniche nell’adulto sono varie: alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento, ovvero l’insufficiente assorbimento di nutrienti, con diarrea, perdita di peso e carenze nutritive. Altri riferiscono uno o più sintomi cronici spesso estranei all’apparato digerente: sono disturbi comuni crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici. Esistono anche persone che non presentano alcun sintomo evidente o nelle quali i disturbi

sono talmente modesti da non richiedere l’intervento del medico. Altri vengono diagnosticati perché parenti di primo grado di una persona già affetta da celiachia. Non raramente alla celiachia sono associate malattie quali diabete, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, alterazioni della tiroide e dermatite erpetiforme. 

Adesso andiamo ad osservare un articolo scritto da Renata Auricchio, Martina Galatola e Luigi Greco:

Celiachia e adolescenza: le nostre esperienze 

Siamo nell’adolescenza: la fase della crescita per eccellenza caratterizzata dall’impulsività, dall’istinto di trasgressione delle regole e dalla “voglia di libertà”. Proprio nel momento in cui ci si presta a scoprire il mondo che ci circonda, con le prime esperienze lontane dai genitori, la celiachia diagnosticata ad un’adolescente può essere quindi vista come agli occhi del ragazzo/a come una limitazione. Sono molti i casi di rifiuto, di menefreghismo in cui si continua quindi a sgarrare per non sentirsi “il diverso” della situazione; come i casi in cui l’adolescente evita i contesti di socializzazione, chiudendosi agli altri. Di seguito sono riportate in forma breve le nostre esperienze relative alla diagnosi della celiachia. 

  • La celiachia mi è stata diagnosticata circa 5 o 6 anni fa, ero ancora una bambina, ma di sicuro non dimenticherò mai il periodo di continue analisi e preoccupazioni legate al perché io avessi continui mal di pancia fortissimi. Inizialmente ricordo di aver preso la malattia abbastanza alla sprovvista, senza mai rifiutarla, ma non riuscendo a gestirla. Di sicuro, crescendo ho appreso meglio come affrontare la malattia in tutti i contesti, nella maggior parte dei casi convivendo con l’adattamento, ma anche “combattendo” per far sì che i celiaci possano mangiare al ristorante in modo sicuro ciò che mangia un non celiaco, cucinato in un angolo separato apposito. Negli anni ho sempre cercato un lato positivo della celiachia, il primo tra tutti: un celiaco sa ben scegliere gli amici da frequentare, siccome persone spesso e volentieri le persone, non documentate abbastanza, non sanno come rivolgersi al celiaco o come comportarsi con lui/lei, e tendono a sottovalutare quella che è chiaro e tondo definita come malattia. Ma i buoni amici sapranno di sicuro aiutare il celiaco, offrendogli supporto, non facendolo sentire “diverso”. -Roberta Tuccillo
  • Fu un periodo molto difficile per me, momenti che ricordo ancora pur essendo stata molto piccola. Prima di scoprire di essere celiaca mi fu diagnosticata anche l’anoressia, rifiutavo di mangiare ma soprattutto anche di bere semplice acqua. Tutti credevano che i miei fossero solo capricci di una piccola bimba viziata, ma mia madre no, fu lei che non ascoltò gli altri ma bensì il suo istinto e capì che in me c’era qualcosa di sbagliato. Dopo innumerevoli pareri di medici, senza mai una certezza arrivò il momento della biopsia che feci a distanza di qualche giorno al mio terzo compleanno, finalmente il motivo dei miei malori fu chiarito: ero celiaca! Presa presto la Celiachia non può essere molto dannosa, ovviamente dipende da soggetto a soggetto, infatti il mio è stato un caso abbastanza grave, ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo raccolto informazioni e pubblicato questo articolo, per far scoprire a più

persone possibili a cosa potrebbero andare incontro e sensibilizzare all’argomento. -Gaia Di Gennaro 

Di sicuro la famiglia ha un ruolo fondamentale: quello di offrire supporto al giovane, aiutandolo nella conoscenza di questa nuovo “mondo”, ed evitando di stare addosso al ragazzo, aggiungendogli nervosismo e preoccupazioni. 

Dove la celiachia è particolarmente diffusa? E quali sono i paesi più attrezzati per il senza glutine? 

Nell’ultimo decennio i dati nazionali e mondiali relativi alla Celiachia sono cresciuti notevolmente, questo grazie anche a: diagnosi più corrette ed efficaci, aumento delle analisi e degli screening per la celiachia. Si calcola infatti che, per quanto riguarda il territorio italiano, i celiaci diagnosticati siano soltanto circa il 30% del totale reale che, al contrario, potrebbe essere rappresentato da un numero ben più ampio rispetto a quello che conosciamo fino ad oggi. Tenendo conto dei dati relativi al primo semestre del 2018, dati che attualmente puntano sempre più in alto, il numero di celiaci diagnosticati in Italia ha superato di qualche migliaio le 200.000 unità. Un dato in costante crescita che vede un incremento annuo medio del 9% circa, solo all’interno della nostra nazione. Il vero dato significativo è però rappresentato dal numero di persone non ancora diagnosticate, la cui stima supera abbondantemente le 400.000 unità.

Dall’aumento delle analisi e degli screening per la celiachia, è stato possibile riscontrare un notevole aumento delle diagnosi, anche grazie alla maggior sensibilizzazione da parte dei cittadini, ma soprattutto grazie alla ricerca e al costante sviluppo di tutto il reparto specializzato in allergie ed intolleranze alimentari. Fino agli anni ’80, la celiachia era considerata una malattia rara, per buona parte, associata alla sola fascia di età dai 2 ai 18 anni. Tuttavia, numerosi e sempre più precisi studi, hanno rivelato, già a partire dalla fine degli anni ’80, una realtà ben diversa, che solo con il nuovo millennio ha assunto l’importanza che si merita. Fra tutte le malattie “permanenti“, la celiachia è quella col più alto grado di incidenza e colpisce sia bambini che adulti. I numeri, sia in Italia che nel resto del mondo, ci dimostrano come le più colpite siano le donne (mediamente il 45-50% dei diagnosticati è di sesso femminile). Si stima infatti che in Italia i soggetti celiaci (diagnosticati e non) siano circa l’1% della popolazione, per un totale quindi superiore alle 600.000 persone. Il dato è da considerarsi in linea con la media Europea, anche se, andando poi a valutare Nazione per Nazione, è possibile renderci conto che in Stati come, ad esempio, la Germania l’incidenza scende a poco meno dello 0,3%. Proporzioni simili a quella italiana si presentano invece in in Inghilterra, Spagna e Francia; mentre una maggiore incidenza si ha nel Nord Europa, con punte fino al 3%. 

Anche nel resto del mondo la distribuzione della celiachia tra la popolazione varia da Stato a Stato. In America, così come in Australia, la percentuale si aggira sempre intorno all’1%, ma in Messico le cose cambiano di molto e si passa a più del doppio. Invece l’incidenza nei Paesi Asiatici è medio bassa e bassissima in Giappone, dove i casi diagnosticati sono un numero esiguo, cosa che ovviamente non avvantaggia chi, per lavoro o per piacere, si trova a visitare questi territori. Ma da un punto di vista generale sono sempre più numerose le città che offrono vasto assortimento di cibi senza glutine che possono vantare

hotel, locali e ristoranti in grado di offrire una cucina gluten free, sebbene non si disponga ancora in tutti i locali della volontà di attrezzarsi con una cucina senza glutine separata… Infatti è necessario informarsi della disponibilità di pasti senza glutine in hotel e ristoranti nella città che si visita, in modo da non trovarsi in difficoltà, spaesati fuori dal proprio paese. 

Ricetta gluten free- biscotti di Natale 

Ingredienti: 

280 g farina senza glutine 

100 g zucchero 

1 bicchiere scarso di olio di girasole un pizzico di sale 

Procedimento: 

la buccia di ½ limone grattugiato una bustina di vanillina 

Riporre in una ciotola tutti gli ingredienti. Amalgamare fino ad ottenere un impasto omogeneo, quindi riporre in frigo. Dopo una mezz’ora togliere l’impasto dal frigo, stenderlo e fare con formine sfiziose i biscotti. Cuocere nel forno a 180 gradi per circa 20 minuti.

Cosa NON dire ad una persona celiaca:
  • “Per questo sei bassa?”
  • “Non puoi sempre scegliere tu dove andare a mangiare!”
  • “Bello! Almeno dimagrisci!”
  • “Anche mio cugino era celiaco, poi è guarito”(non si guarisce dalla malattia!) “Vabbè dai, stavolta sgarra!”
  • “Ah, per questo sei così magra!”
  • “Fossi in te morirei…”
  • “Per un pezzetto cosa vuoi che succeda?”
  • “Ma le patatine le puoi mangiare?”
  • “Ai miei tempi non esistevano queste cose…”
  • “È proprio il colmo per essere un’italiana”
  • “Già sei magra, ora che non puoi mangiare più niente…”
  • “Però non sembri celiaca”
  • “Ma come fai? Io non ci riuscirei!”
  • “Non morirai mica se per una volta mangi normale!”
  • “Quanto sei celiaco?”
  • “Che buono! Peccato tu non possa mangiarlo!”
  • “Ma quindi mangi solo il riso?”
  • “Andiamo a cena, tu ci raggiungi dopo?”
  • “Ma quindi non puoi mangiare niente? Poverina!”
  • “Ma ti dice che questa pizza è senza glutine che succede se sta nello stesso forno della nostra? Come sei pesante!”
  • “Non ti abbiamo invitata perché tu non potevi mangiare! Prova a capirci!!” “Ma non ti manca il glutine?”
  • “Un po’ come essere vegetariano/vegano”
  • “Ma non ne vuoi assaggiare nemmeno un pezzettino?”
  • “Meno male che non sono celiaco!”
  • “Eh vabbè, ormai è una moda essere CELIACI”
  • “Quindi per te una pizza CELIACA?”

Un pensiero su “Cos’è la celiachia?

  • 12 Marzo 2023 in 16 h 59 min
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    Molto bene! Davvero grazie per quest’articolo e grazie anche alle studentesse che, durante la settimana dello studente, hanno tenuto un corso sull’argomento. Trovo davvero importante che ci sia una diffusione seria con preziose e utili informazioni su un argomento che, spesso, a completo torto, viene o sottovalutato oppure fatto passare per qualcosa legato al mondo delle patologie! Invece no, assolutamente!
    Noto con piacere che, in questi ultimi anni, la soglia di attenzione verso la celiachia, l’intolleranza al lattosio, allergie varie è molto aumentata come è giusto che sia

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