Un successo che ne vale tre

di Pietro Aldo Mocerino (IIG)

È servito l’istinto del falco perché ‘Jack’ Raspadori si precipitasse in picchiata sulla ribattuta di Szczesny e rimediasse ad un rigore appena fallito da Osimhen. Tutta qui la conclusione di un match che, al ‘Maradona’, ha visto il Napoli sconfiggere di misura la Juventus, in quella che i tifosi partenopei hanno sempre sentito come ‘la’ partita per eccellenza. E dire che la ‘vecchia signora’ non si è presentata prudente come al solito, aspettando di colpire di rimessa, ma la sua gara l’ha giocata con grande convinzione, non a caso il primo a sfiorare il gol è stato Vlahovic, con un colpo di testa ad incrociare che ha sfiorato il palo (10’). Sull’altro fronte è Di Lorenzo, in piena area, a concludere alto da buona posizione (24’). Gli azzurri ci riprovano quattro minuti dopo, con una punizione di Politano non trattenuta da Szczesny, pronto, però, ad opporsi al susseguente tocco ravvicinato di Anguissa. Ancora Vlahovic (34’) penetra tutto solo in area sulla sinistra e scavalca Meret in uscita con un pallonetto che, tuttavia, si stampa sul palo. Replica Kvaratskhelia con una lunga fuga solitaria che chiama il portiere bianconero all’intervento (37’). Il Napoli insiste, appena dopo è Olivera, con un colpo di testa arcuato, a costringere Alex Sandro a salvare quasi sulla linea di porta. La rete è nell’aria e al 42’ la mette a segno proprio Kvicha, sugli sviluppi di un cross di Di Lorenzo allontanato debolmente di testa da Bremer, il georgiano non si fa pregare due volte e con una conclusione secca, al volo di destro, infila Szczesny sul primo palo. Lo stadio diventa una bolgia, la Juve è sotto, anche se, appena un minuto più tardi, manca il pari quando Traoré si fa rubare palla da Rugani, che smarca Vlahovic solo davanti a Meret, ma la punta serba spara incredibilmente fuori bersaglio. Dopo l’intervallo, Juve ancora combattiva, al 61’ è ancora Traorè a farsi soffiare il pallone, Miretti serve subito Vlahovic che, defilato sulla sinistra in area, impegna Meret con una parata in due tempi. La porta napoletana sembra stregata per gli attaccanti bianconeri, fino a quando Chiesa avvia e conclude in rete la sortita decisiva con un diagonale di destro, che infila le gambe di Olivera e non lascia scampo a Meret (81’). Il match sembra avviato verso un salomonico pareggio, ma il neoentrato Nonge entra scomposto su Osimhen in area, dopo un consulto col Var l’arbitro Mariani decreta il rigore che lo stesso nigeriano s’incarica di trasformare: la sua conclusione, però, risulta tutt’altro che angolata, Szczesny la respinge, ma sulla sfera si avventa Raspadori che anticipa tutti con uno scatto degno di un centometrista ed insacca all’incrocio. Stavolta il pubblico di Fuorigrotta può far festa per davvero, il Napoli non solo supera la Juve, ma rimonta in classica e sembra essersi messo definitivamente alle spalle il tunnel buio di questo torneo, ritrovandosi come squadra che, finalmente, torna a giocare come sa e, soprattutto, vince.

Questa la pagella degli uomini di Calzona:

Meret 6,5: non ha colpe specifiche sul tiro di Chiesa, che sbuca tra le gambe di Olivera, in almeno due occasioni (specie su Vlahovic nella ripresa) fa buona guardia.

Di Lorenzo 6,5: nel primo tempo soffre la vivacità di Iling Jr., ma ha il merito di avviare l’azione del vantaggio azzurro e di appoggiare bene la manovra offensiva.

Rrahmani 6: talvolta in affanno su Vlahovic, ma nel pacchetto arretrato è quello che resiste meglio, esce per infortunio.

Juan Jesus 5,5: da infarto un suo anticipo sconsiderato oltre la linea di metà campo, dà la sensazione di non essere sempre tempestivo.

Olivera 5: Calzona lo preferisce a Mario Rui e Mazzocchi, ma la scelta si rivela poco indovinata, commette due errori gravi in alleggerimento, in più si fa infilare dal destro di Chiesa per il pari, unica nota positiva il suo colpo di testa sventato da Alex Sandro.

Anguissa 6: si vede a sprazzi, uno col suo fisico a centrocampo dovrebbe dettare sempre legge.

Lobotka 6,5: rende più razionale la manovra azzurra, spesso è costretto a lavorare per due.

Traoré 5: tecnicamente non si discute, ma nei ripiegamenti perde due palloni che potevano rivelarsi fatali.

Politano 6: specie nel primo tempo procura le vertigini ad Alex Sandro, che non lo tiene a freno, nella ripresa, come accade ultimamente, cala vistosamente.

Osimhen 5: passi per il duello perso con Bremer, che lo contiene con le buone o le cattive, ma quel rigore calciato così male non gli si può perdonare.

Kvaratskhelia 7: quando accelera, sia Cambiaso che Rugani hanno i brividi, costringe i marcatori avversari al fallo sistematico, realizza il vantaggio con una giocata da fuoriclasse.

Østigård 6: sostituisce l’infortunato Rrahmani, non lo fa rimpiangere. Zielinski 6: dà il suo contributo per amministrare il gioco in mediana.

Raspadori 7: l’assolo vincente è il suo, bestia nera per la Juve, dopo averla castigata l’anno scorso a Torino concede il bis al ‘Maradona’.

Lindstrøm s.v.

Calzona 6,5: tutto sommato prepara bene il match, disegnando un Napoli che fa la gara con determinazione e si propone maggiormente in fase offensiva, forse la scelta di Traoré, considerando l’ultimo Zielinski, era obbligata, ma quella di Olivera non convince molto.

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