“Vittoria e Abdul” un’amicizia nella storia

di Martina Grimaldi I D

Recentemente ho provato a vedere un film diverso dal solito, generalmente i film storici trattano argomenti come guerre o dittature, ma questo no. “Vittoria e Abdul”, alla regia di Stephen Frears basato sul libro di Shrabani Basu, è un’affascinante commedia che tratta di un’amicizia che è rimasta impressa nella storia. Il film racconta il rapporto tra la regina Vittoria di Inghilterra e un semplice servo indiano, che diventa suo consigliere, poi maestro e soprattutto amico. Alla corte imperiale nel XIX secolo nessuno vedeva di buon occhio questo rapporto inatteso, nato per caso nel corso della consegna di una moneta all’imperatrice d’India da parte di due indiani, uno dei quali Abdul. La regina è al trono da 63 anni ormai ed è in fin di vita, finché alla corte Abdul non suscita divertimento e fiducia nella regina. Poco tempo dopo averlo conosciuto, infatti, Vittoria gli confida le sue insicurezze e la tristezza che prova da anni dopo la morte del marito. Abdul la consola, conquistando la fiducia della regina e diventando il suo consigliere reale. A complicare le cose, però, è il figlio della regina, noto come Bertie, il quale non accetta il rapporto che pian piano si crea tra sua madre e un semplice servo ed è disposto a tutto pur di danneggiarlo e diventare il successore al trono. Nel frattempo la regina chiede ad Abdul di insegnarle la lingua del suo paese, diventando così il maestro ufficiale della regina, guadagnandosi il rispetto senza nessun pregiudizio sulla propria origine.

Il film è molto profondo e allo stesso tempo interessante, perché, a differenza di molti film storici, tratta di un argomento comune: l’amicizia. Infatti si focalizza sull’idea che l’amicizia è imprevedibile e non ha importanza l’origine che si ha, la ricchezza, l’importanza nella società o il colore della pelle.

 

 

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