Il lungo viaggio nella mente di Jack – Sto Pensando di Finirla Qui (C.Kaufman, 2020)

di Max D’Alessandro (ex IIIA)

Nel film non si ha una chiara visione di ciò che realmente accade fino alle ultime scene, quando il regista Charlie Kaufman ribalta tutto ciò che lo spettatore pensava di aver capito, mettendolo di fronte una triste verità finale. L’ultimo film del 2020 dal già sceneggiatore di grandi titoli come Essere John Malkovich (2000), Se mi lasci ti cancello (2004), Anomalisa (2015), inizia con quella che sembra essere la protagonista, Lucy, che si sta per incontrare con il fidanzato che vuole farle conoscere i genitori. Durante il lungo viaggio in macchina sotto una tormenta di neve i due discutono di svariati argomenti per far passare il tempo ma si percepisce un’atmosfera di ansia, mista a incertezza e solitudine esistenziale, ulteriormente evidenziata dagli esterni innevati e desolati; le stesse sensazioni che prova Lucy mentre parla tra sé e sé e pensa che vorrebbe chiudere la relazione con Jake perché c’è qualcosa di profondamente, indicibilmente sbagliato in essa.

Al tempo stesso è rappresentata alternativamente, durante l’intero film, anche la vita di un collaboratore scolastico alle prese con le sue mansioni, che ricompare nella parte finale del film. Quando finalmente i due arrivano a destinazione, la casa appare alquanto strana, in qualche modo inquietante, si percepisce che c’è qualcosa che non va; l’incontro con i genitori è piacevole per Lucy, poiché si dimostrano gentili e disponibili, ma anche decisamente particolari e lo stesso Jake è visibilmente a disagio; inoltre, durante la serata Jake chiama Lucy con due nomi diversi e le attribuisce professioni che non sono le sue. A fine serata, i due fidanzati ripartono e, sulla strada del ritorno, Jake esprime il desiderio di recarsi con la macchina nel suo vecchio liceo, raccontando a Lucy che quando era studente nessuno lo considerava e tutti lo prendevano in giro bullizzandolo. Giunti a destinazione, i due si baciano; ma in quell’esatto momento Jake si ferma perché qualcuno li sta guardando attraverso il finestrino dell’auto e decide così di entrare nella scuola per risolvere la faccenda, anche perché sembra sapere bene di chi si tratta. Dato che passano diversi minuti e Jake non torna, Lucy entra a sua volta nella scuola per non morire assiderata nell’auto. Lì incontra il collaboratore scolastico della storyline alternativa; entrano in scena due giovani che danzano mettendo in scena la loro passione ma il loro ballo è interrotto da un uomo con una divisa. Tutto si conclude improvvisamente quando si vede l’uomo delle pulizie che rientra in macchina, in preda ad allucinazioni dovute all’ipotermia.

Uno dei film più complessi degli ultimi anni, che racconta sostanzialmente due storie, quella di Lucy e Jake che noi vediamo per quasi tutto il film e quella dell’anziano addetto scolastico alle pulizie; ci sono continui balzi temporali, scene che non sembrano avere senso nella vicenda, ma c’è anche l’eccezionale bravura di Kaufman nel creare le condizioni affinché ogni tassello della vicenda sembri non combaciare con quelli precedenti facendo sì che ogni certezza dello spettatore venga smentita immediatamente da un altro dettaglio (lo spettatore si fa delle domande che non trovano risposta fino alla fine: perché ci sono quelle anomalie temporali? perché Jake sembra sapere sempre a cosa sta pensando Lucy? cosa c’entra il collaboratore della scuola? Sto pensando di finirla qui è un ottimo esempio di mind game movie).

Per tutta la durata del film ascoltiamo estenuanti dialoghi e riflessioni su argomenti che spaziano dall’economia, alla letteratura, al cinema, alla filosofia: nonostante ciò la pellicola non annoia mai perché invoglia lo spettatore ad investigare e andare oltre per scoprire la verità; dai dialoghi stranianti alle ambientazioni, tutto contribuisce all’atmosfera di sospensione e attesa che è la cifra del film. Sarà possibile capire come stanno effettivamente le cose solo alla fine e non senza difficoltà, con un senso di rammarico e di tristezza per la vera protagonista della vicenda, la mente di un uomo qualsiasi alle prese con il bilancio di una vita intera con i suoi rimorsi, rimpianti, le cose giuste e sbagliate, ciò che sarebbe potuto accadere se avesse scelto di agire diversamente nella vita o se le cose fossero andate in un modo migliore.

Kaufman conferma, anche come regista, la sua vena iconoclasta e insofferente nei confronti dei canoni consueti dello storytelling hollywoodiano: abbandono al tempo della coscienza, flusso disordinato di ricordi e immagini, sovvertimento di spazio e tempo, instabilità e inconsistenza di una psiche labile e inaffidabile, ambiguità della percezione sensoriale; e i suoi film e script sono autentiche sfide alle aspettative dello spettatore che, fino ad ora, sono state, senza eccezioni, tutte vinte.

 

Sto Pensando di Finirla Qui (I’m Thinking of Ending Things)

Regia: Charlie Kaufman

Distribuzione: Usa 2020 (col., 134 min.) Disponibile su Netflix

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