Sfumature nel tempo che fugge

Ginevra Fracasso (1A)

Se mai dovessi dare una definizione di pace, parlerei delle volte in cui, per arrivare al mio Posto Sicuro, prendo il treno.
Il treno che il mondo, scivolandogli addosso, attraversa.
In cui tutto all’esterno va e tace, mostrando un suo piccolo attimo per quello che è e nient’altro.
Tutto scorre impetuoso verso la luce chiara dell’orizzonte indefinito.
Le finestre e le giunture del treno riflettono accenni del giorno morente, rendendolo in armonia con tutto ciò che sfiora nel mondo.
Sagome nere di case e alberi, e, ancora, fiumi che divengono spicchi di cielo sfumato, magico e carico di colori che ormai preannunciano l’imbrunire.
Paesaggio va e viene, ricordandoci dolcemente l’aspra essenza della vita: in un attimo, tutto cambia, muta e diviene altre mille cose e tu, inerme, osservi in balìa di tutte le cose il tempo scivolarti tra le dita…
…ma sei davvero inerme o la tua fragilità accarezza il cielo e lo conquista?

 

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